“Favole della notte” di Melina Scalise, con i dipinti di Francesca Magro (Töpffer Edizioni, 2022 pp. 106 € 28.00) è un libro molto originale che custodisce la sequenza inesauribile e ispiratrice delle immagini e delle riflessioni, maturate nell’entità sensibile del racconto visivo, nell’espressione illuminata dell’arte figurativa. La collezione di favole avvolge la mitologia dei sentimenti, destina il sortilegio della percezione emotiva, educa l’incontro con la notte, l’intervallo misterioso e silenzioso di un tempo riprodotto nell’iconografia dell’altrove. Aggiunge l’artificio coraggioso per fronteggiare le situazioni tormentate della vita, reagire agli interrogativi indecifrabili dell’anima, indagare la possibilità della fantasticheria e le occasioni allusive del sonno verso il mondo simbolico dei sogni.
Melina Scalise dispiega la metafora dell’incipit fiabesco “C’era una volta…”, dilata il confine dell’interpretazione sapiente della coscienza, l’affresco interiore nel profilo allegorico, la proiezione del lieto fine nella rilettura della decodificazione dell’universo naturale, collegato al codice segreto del fantastico, concorda il risolutivo strumento umano d’indagine del significato dell’esistenza, l’espediente liberatorio dell’inquietudine e il responso appropriato al desiderio della fantasia. I testi sono ritratti riprodotti con la conoscenza delle simbologie oniriche, incrociano la lettura con la cifra introspettiva della traduzione visionaria, ogni favola definisce il suo itinerario universale con un’incarnazione speculare dei dipinti, sostituisce il vincolo della parola stimolando il lettore all’impiego della sua immaginazione, alla rielaborazione dello spazio descrittivo delle proprie emozioni con la rilettura della valutazione intima. Il libro offre una decifrazione su argomenti esistenziali, coinvolge l’orientamento delle relazioni e la concezione individuale dell’identità, la qualità esegetica del contenuto altruistico, l’efficacia determinata della verità e il dono evidente della solidarietà, trasformando il luogo espositivo della partecipazione all’incanto della felicità. Melina Scalise esamina, nella direzione di una prospettiva poetica, l’infinita superficie evocativa dell’uomo, esprime ogni episodio immaginario con l’indefinibile, inconfessabile frontiera spirituale delle attese, raggiunge l’incondizionato presentimento delle buone azioni, disorientate dalla materia avversa delle illusioni, affina la cognizione utopica dell’allontanamento dallo smarrimento della condizione umana. Alleggerisce la realtà pervasa dalle figure tracciate intorno allo stile espressivo, alternando il tono drammatico e quello comico, rivelando la finalità di sciogliere la tangibilità e sollecitare il richiamo immaginifico. “Favole della notte” ascolta l’orizzonte dalla traiettoria di una finestra sul mondo magico, pone lo sguardo sui frammenti romantici e sui passaggi suggestivi del quotidiano, sovrapponendo nelle pagine la grande intensità dell’autrice e l’emblema pittorico di Francesca Magro nel delineare l’incarnazione della mente appassionata, la conquista della meraviglia nella attitudine d’inoltrare la straordinaria capacità creativa di rappresentare il mondo.
Rita Bompadre