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Melinoe vestita di zafferano. Intervista a Nicola Brami

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Per Le Tre Domande del Libraio su Satisfiction questa settimana incontriamo Nicola Brami, da poco in libreria con il suo  romanzo dal titolo “Melinoe vestita di zafferano”, pubblicato nella Collana Blu Atlantide.
Nicola Brami e‌ cresciuto a Ghedi, in provincia di Brescia.Tornato in Italia dopo otto anni in Irlanda, si occupa di traduzioni e comunicazione per una compagnia internazionale. Nel 2020 ha pubblicato, con La Torre dei venti, il romanzo “Tutti se ne vanno”.

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Nicola, ci vuoi raccontare la tua passione per la lettura e il tuo percorso nel mondo dei libri e poi della scrittura, per poi spiegare come nasce l’idea di questo romanzo e come sei arrivato alla casa editrice Atlantide?

L’idea del romanzo nasce dalla mia passione per le narrazioni perturbanti, che suggeriscono l’esistenza di mondi nascosti in contesti altrimenti ordinari. Durante la stesura mi è capitato di riguardare ‘Ai confini della realtà’, la serie del 1959: in ogni episodio c’è uno scollamento della realtà che innesca dubbi, aumenta la curiosità e proietta la trama in avanti. Nel mio romanzo questo episodio è la telefonata di Enea, professore di matematica che si ritrova a parlare al telefono con se stesso. La letteratura dell’orrore, o comunque della paura, mi è sempre stata molto cara: il romanzo che più ho amato – perché l’ho letto negli anni formativi, insieme ai miei amici, e allora i personaggi di un libro mi sembravano reali tanto quanto lo eravamo noi – è IT di Stephen King, ma potrei citare anche gli anni di lettura assidua di Dylan Dog dell’era di Tiziano Sclavi, lo splatterpunk di Poppy Z. Brite o Richard Laymon, o i libri ben più recenti di Mona Awad, Mariana Enriquez e Stephen Graham Jones.
Ho scoperto Atlantide grazie a L’estate che sciolse ogni cosa di Tiffany McDaniel, che ho adorato. Dopo averne scoperto il catalogo ho detto a un amico, anche lui scrittore, che sarebbe stato un sogno, per me, riuscire a pubblicare con loro. Così, al termine della terza stesura, ho mandato un’email con le prime trenta pagine in allegato. Mi hanno risposto chiedendomi il
resto del libro. È stato allora che, anche se continuavo a ripetermi di non farlo, ho iniziato a sperarci.

Vogliamo spiegare nel dettaglio, per i nostri lettori forti di Satisfiction, chi sono i
protagonisti e i luoghi che animano questa narrazione, soffermandoci per quel che è
possibile sulla trama?

Il romanzo è diviso in due linee narrative. La prima, ambientata ai giorni nostri nella Bassa bresciana, parla di Enea, un giovane professore di matematica la cui esistenza si divide tra il lavoro, l’amore distaccato per la compagna Lorna, la preoccupazione per la salute del fratello Nicola, scrittore di successo, e le partite di tennis con gli amici. La sua vita cambia quando una
mattina, telefonando a casa, si ritrova a parlare con qualcuno che ha la sua stessa voce. Non solo: l’estraneo sembra reagire come farebbe lui, usando le stesse parole, gli stessi intercalari. In quel momento nella mente di Enea nasce un pensiero tanto impossibile quanto spaventoso: al mondo esiste forse un suo doppio, qualcuno dal suo stesso aspetto, che vive nella sua stessa casa, insegna nella sua scuola, e lo sostituisce alle partite di tennis?
La seconda linea narrativa è ambientata una ventina di anni prima, a Bologna, e segue la storia di Nicola, che durante gli anni universitari partecipa a certi rituali esoterici guidati da una ragazza magnetica e sensuale, Melinoe, che sembra possedere una conoscenza antica, al di là dell’umano. E se, in qualche modo, i rituali avessero a che fare con l’alter ego che infesta i sogni e i giorni di Enea? E cosa c’entrano col doppio un incidente che Enea aveva avuto da bambino e le strane morti che sembrano susseguirsi? La realtà sembra sfaldarsi progressivamente in una dimensione aliena, e i protagonisti si ritrovano intrappolati in un incubo che invece di svanire con le luci del mattino si fa sempre più reale.

Andiamo, come d’abitudine,  nell’officina di lavorazione del romanzo, soffermandoci sulla scelta formale e il linguaggio adottato e il lavoro di editing che è stato fatto…

Da lettore mi piace alternare libri dal sapore più letterario ad altri che presentano una trama più incalzante. Se dai primi traggo un piacere più intellettuale, i secondi mi riconciliano con la ragione che, da ragazzino, mi ha avvicinato alla lettura: il semplice “sapere come va avanti”, l’abilità di perdersi in una storia. Mi è quindi venuto naturale, in fase di stesura, provare a coniugare questi due mondi, innestando una scrittura che – mi auguro – possa stimolare l’intelletto su un intreccio piuttosto incalzante.Il tema del doppio si ripropone anche nella scelta stilistica del punto di vista: la vicenda viene illustrata da due narrazioni alternate in prima persona, quella di Enea e quella di Nicola, che aumentano il senso di inquietudine e incertezza rispetto a quanto avrebbe potuto fare una più tradizionale narrazione in terza persona. L’editing, svolto soprattutto con Matteo Trevisani, è stato fondamentale: la struttura a incastri, le diverse prospettive e l’alternarsi dei piani temporali richiedevano un’attenzione certosina affinché tutto tornasse e risultasse credibile (anche e soprattutto in un contesto di crescente
incredibilità), e questa fase di messa a punto non sarebbe stata possibile se non ci fossero stati altri occhi, attenti e appassionati, oltre ai miei, a leggere e rileggere.

Buona Lettura di Melinoe vestita di zafferano di Nicola Brami.

Antonello Saiz

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