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Mika Biermann anteprima. Tre notti nella vita di Berthe Morisot

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Un avvio elegante: “Il treno fila attraverso i campi come una smagliatura in una calza di seta”.

Un gioco curioso: “Il sesso di Nine somiglia a una chimera di frutti, carni e molluschi. I riccioli sul ventre sono rossi, o meglio, color carota. Sotto, in mezzo ai peli più diradati e più scuri, la carne è increspata, snella, lucente. Un odore pungente sale al naso: vomito, sardina, cumino. Oppure: latte cagliato, cuoio, marmellata. E ancora: pollaio, corteccia di pino, cioccolato. Berthe si abbassa un po’ di più, non sa se è pulito, quel luogo così recondito non può certo profumare di sapone e lavanda. Dà un ardito colpo di lingua che fa sussultare il culo della ragazza. Bisognerà occuparsi anche del povero Eugène. Berthe abbandona Nine per baciare con la bocca pesante le labbra dure di suo marito.”.

Le regole dell’arte: “Berthe cerca di rilassarsi. Cerca di prestare ascolto. Molteplici canti, infinite possibilità, una maledetta cacofonia. Dovrà fare delle scelte. L’arte della pittura è questo: fare delle scelte. La pennellessa schiaccia la noce di ocra, Berthe alza il braccio e macchia la tela. Un edificio crolla, una barca lascia il molo, una mongolfiera spezza le funi. Quella tela non sarà mai più bianca”.

È in libreria dal 25 ottobre Tre notti nella vita di Berthe Morisot di Mika Biermann (L’Orma Editore 2024 pp. 120, € 13,00 con traduzione di Chiara Licata).

Mika Biermann, del 1959, è uno scrittore francese di origini tedesche. Dopo aver esplorato varie discipline artistiche, si è dedicato alla scrittura, trovando la sua vera vocazione. Vive a Marsiglia, dove collabora con il museo di Belle arti e continua a creare opere che esplorano il legame tra vita e arte.

Nella Parigi di fine Ottocento, una figura straordinaria emerge tra le strade e i cieli della città: Berthe Morisot, pittrice coraggiosa e anticonformista, pronta a intraprendere un cammino che supera i confini dell’arte tradizionale. È il 1875, e mentre l’Impressionismo continua a scuotere le fondamenta del mondo artistico, Morisot si distingue come l’unica donna tra una schiera di uomini, esponendo le sue opere nello studio di Nadar e affermandosi come pioniera di un nuovo modo di vedere e rappresentare la realtà.

Nonostante il suo talento, la società dell’epoca fatica ad accettare una donna che sfida le convenzioni. Morisot è etichettata con pregiudizi e critiche, ma continua a vivere con passione al fianco del marito Eugène, fratello del celebre Édouard Manet. In contrasto con il rigido moralismo della società parigina, Morisot trova una rinnovata ispirazione nella tranquillità della campagna, dove la luce e la natura le rivelano nuove prospettive artistiche e personali. In quel contesto, scopre che l’espressione artistica è strettamente legata alla libertà del corpo e dello spirito, una consapevolezza che la porta a un’importante trasformazione interiore.

Nel romanzo di Mika Biermann, Morisot si reinventa in tre notti di profonda scoperta sensuale e creativa, emergendo come una figura determinata a unire la sua vita e la sua arte in un’opera vibrante e potente. Il romanzo è parte di una trilogia che esplora le vite di grandi artisti, con altri volumi dedicati a Vincent van Gogh e Paul Cézanne.

Scandito da incontri sorprendentemente intimi e pennellate di storia, questo romanzo ci invita a riflettere su ciò che non si vede, guidandoci tra le ombre e le luci della nostra stessa esistenza. Un racconto che, come una partita di scacchi, ci sfida a ogni mossa, lasciandoci incantati dalla complessità della vita e dell’arte.

Carlo Tortarolo

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Il cuscino è umido. Nel suo lato del letto, Eugène respira rumorosamente. Il buio è totale; la luna non si è fatta viva. Berthe non sa dire se la notte le piaccia o meno, non riesce a decidersi. A volte la immagina come un personaggio che vale la pena conoscere; si diverte a pensare che abbia una grande famiglia, a inventarsi una storiella:

Notte e il suo compagno, Nero. I figli, la piccola Alba dalle guance rosse e il fratello Crepuscolo, dal carattere più cupo, dormono sonni tranquilli. Il maggiore, Mezzanotte, conta le ore prima di andare a dormire. Notte è sveglia, le piacerebbe uscire a fare un giro, ma senza Nero. Nero è tetro, e si arrabbia facilmente. Non lavora. In casa non fa mai niente: non accende la stufa, non compra le candele, non ritinteggia le persiane. Trascorre ore e ore nel bosco, immerso in una profonda tristezza. Ha una visione manichea del mondo e non ama il grosso Grigio, amico di Notte, che relativizza tutto. Eppure Nero ama la sua Notte. Le dice cose profonde, afferma che sono fatti per invecchiare insieme, non la lascia da sola neanche per un minuto. A volte, Notte si sente soffocare. Soprattutto d’estate. Le capita di sognare un’altra vita, piena di bagliori di luci e ombre, in cui ci si dà alla pazza gioia sotto bandiere battute dal vento. Il bel Mattino le ha fatto delle avances, ha cercato di baciarla, le ha confessato di avere un debole per le nere; Notte potrebbe fuggire via con lui, ma non vuole abbandonare i suoi bambini. E allora resta lì, seduta sul divano, ad ascoltare Nero che parla tra sé e sé mentre cammina in lungo e in largo. Sogna un nuovo giorno.

Berthe, distesa a pancia in su, guarda nel nero. Non si vede mica, il nero. Fluttua tra le cose, come un gas. Oppure proviene dalle cose, come la luce proviene dal sole. Durante la notte, il mondo diffonde il nero. Il mondo è un polpo gigante che svuota la sua sacca d’inchiostro nella speranza d’ingannare i suoi nemici. Il nero non è un colore, lo sanno tutti. Del resto, nessun pittore lo accoglie sulla tavolozza. Quel che nei quadri la gente scambia per nero è una sapiente miscela di blu, verde e rosso. Il nero puro non ha profondità. Va bene per l’inchiostro di una tipografia, per quello nel calamaio, per scrivere un romanzo confuso, una frase malinconica, una parola di cordoglio. Non può tradurre il mondo, che è fatto di colori; tranne durante la notte.

Trave, vento, auto. Eccolo, il giorno. Colonne, maree, raffreddori. Ecco la notte. A mezzanotte, nella stalla, le bestie rosse si sfregano l’una contro l’altra: balzi furtivi, piaghe e lividi, morsi villani che si scoprono solo all’alba.

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Tre notti nella vita di Berthe Morisot – Mika Biermann

Traduzione di Chiara Licata, pp. 47-48

copyright L’orma editore 2024

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