“Non mi andava di perdere tempo con il mondo nella sua versione peggiore e avevo fretta di andarmene nel mio. Sognare è un diritto, spero siate d’accordo anche voi.” Il libro “Notte di vento che passa” di Milena Agus (Mondadori, 2024 pp. 180 € 18.50) racconta la solennità di un itinerario interiore con gli occhi di Cosima, la protagonista che concentra la sua insicura risposta esistenziale nella protezione del mondo solido dei libri, come conforto e sostegno al proprio vissuto.
La letteratura è la citazione più intensa per elogiare una trama che in modo sublime e ipnotico trascina lo slancio rivoluzionario e romantico di Cosima, caratterizza la sfida cristallizzata del personalissimo rifugio, adatta l’impulsiva urgenza elegiaca di fronteggiare le provocazioni e le incomprensioni della vita, segna il rito di passaggio dall’età giovanile all’età adulta. Milena Agus descrive la potenziale carica motivazionale di una scelta controcorrente, visionaria, legata all’obiettivo nobile di sperimentare la vita come un romanzo e di rendere nell’impressione di una sognatrice la libertà espressiva e l’alternativa a una prospettiva diversa. Promuove il tempo gentile e discreto delle speranze contro l’indelicata attualità delle delusioni, individua la sfuggevole essenza degli ideali sostituendo all’incrinatura del disagio la ricchezza dell’ispirazione. Crea un universo parallelo, nel quale apprezzare l’aspetto evocativo della letteratura, nutrire l’originale e privilegiato modo di comprendere l’ordinarietà attraverso la fantasia e cullare il desiderio di illuminare l’entità della natura umana in un romanzo appassionato. Il libro alimenta tra le pagine il significato frammentario e indefinito del destino umano, segue la traccia della ricerca identitaria, amplifica
la risorsa terapeutica della fantasia, sviluppa la combinazione chimerica dell’altrove, favorisce la capacità narrativa di arricchire l’intuizione meravigliosa che ha origine dalla percezione della realtà e dall’irrinunciabile volontà di sublimarla. “Notte di vento che passa” aleggia intorno alla stagione sensibile e coinvolgente dell’esperienza, posa il suo respiro nel colore immaginario degli eventi, illustrati attraverso una scrittura magnetica e suadente, lungo il disequilibrio emotivo e il distanziamento difensivo, contrappone al conflitto delle difficoltà l’indipendenza delle possibilità. Include l’artificioso percorso di transizione tra le trasformazioni intime e psicologiche di Cosima, racchiuse nell’esigenza di interrogare la propria coscienza con l’intensità delle emozioni. Consacra la finalità esclusiva di rendere concretezza alla frontiera allegorica dell’anima, fantasticare con l’alchimia letteraria per creare empatia e tradurre la creatività, orientare l’approccio straordinario e magico all’abilità di inventare. Milena Agus esplora la personalità e il mistero, nutre l’ingegno di escogitare la fantasticheria per fortificare la qualità virtuosa del pensiero e decodificare l’isolamento, diffonde, nel vortice sentimentale del coraggio, l’ostacolo insormontabile degli amori inverosimili e travagliati, sostiene la gestione della responsabilità e l’aspetto velato dell’innocenza. Lo scenario della Sardegna trasporta con riservatezza ed efficacia l’eredità di una terra impervia e primitiva, alle prese con la ruvidezza della verità. La scrittura sincera e spigliata di Milena Agus riveste la narrazione con il principio autentico della purezza, rafforza il richiamo commemorativo di un territorio in bilico con i suoi conflitti, nel divario ancestrale tra la città e la campagna, nelle arcaiche divergenze generazionali, ricarica la composizione dell’inchiostro nella devota e profonda appartenenza alla sorgente introspettiva. Milena Agus abbraccia la ragione universale dello stupore suscitato dalla spontanea ed entusiasmante ambizione di sognare, osservando la redenzione nella scintilla di un sorriso. Convertire l’incombenza della quotidianità in un impiego speciale per il sogno è l’incantevole destinazione per custodire la tenerezza dell’educazione poetica.
Rita Bompadre