1 Le parole e le note del talentuoso scrittore Gianluca Albrizio, in arte Dj Cioppi.
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Dalla finzione, attendibile, dei libri alla (surreale) vita vera: andata e ritorno.
A volte, tra la lettura di un libro e l’altro, mi viene da ripensare a tutti gli anni che ho trascorso lontano dalla Campania. Quando fra un lavoro precario e l’altro (contratto assurdo dopo contratto assurdo, di agenzia interinale in agenzia interinale) per campare bisognava trovare la forza e la pazienza che talvolta vanta chi crede ancora in quel tempo liquido (esistito, esistente?) chiamato futuro. Quando mi andava bene lavoravo per alcune librerie di catena nazionali, come commesso. Alcuni contratti di assunzione erano così precari che riportavano scadenza giornaliera: ogni mattino, prima di andare al lavoro, dovevo recarmi in agenzia interinale e firmare un nuovo contratto, per quella singola giornata di lavoro. Lo stipendio che ricevevo bastava appena a pagare affitto e spese di sopravvivenza, tutto ciò che era accessorio non poteva rientrare nella mia spesa mensile: dove accessorio non poteva, ad esempio, essere anche il semplice desiderio di trascorrere una giornata in un museo: prima del costo del biglietto e del pranzo a sacco per quella eventuale giornata bisognava far quadrare i conti di bolletta e spesa alimentare. Insomma, una lotta costante e continua per sbarcare il lunario senza alcun aiuto esterno? In tutto quel poco quieto vivere, pur leggendo libri giorno e notte, scrivevo pochissimo. Anche se il mio sogno era raccontare storie su carta. Non avevo la forza di cimentarmi nel gesto della scrittura da riversare sulla pagina. Eppure, dicevo a me stesso in quei momenti, non si può vivere in questo modo, deve esserci una strada altra. Anni dopo, mollata prima Torino come città in cui sopravvivere a fatica e poi Roma come altra città in cui provare a vivere ricominciando da capo, sono rientrato in Campania. Per anni, pur essendo tornato “a casa”, ogni sera, come un soldato in missione che deve ripartire all’alba, disfacevo il letto e preparavo uno zaino con le mie cose personali. Credevo, dopo tutto i problemi di sopravvivenza avuti, che da un momento all’altro sarei dovuto ripartire, senza poter prendere molte delle mie cose, ma con a disposizione solo uno zaino contenente pochi abiti, qualche effetto personale, i documenti, pochi soldi e al massimo due libri. Una brava psicoterapeuta con cui ho dialogato a lungo, un giorno mi diede una dritta preziosa: se ti guardi attorno, qui tra Napoli e Caserta dico, e cerchi di stare di più tra la tua gente, questo eterno senso di fuga che ti accompagna, col tempo sparirà, e forse starai meglio. Così, accettando il suo consiglio, e supportato da un libraio storico che amava indagare i fenomeni della vita popolare (Ernesto, che tanto manca a tutti noi) e da una antropologa napoletana, negli anni in cui ho preso residenza qui ad Aversa ho accettato ogni invito di queste due persone speciali. Con l’intenzione utile di riscoprire il casertano, il napoletano e altri territori campani portatori di storie e personaggi carichi di un vissuto straordinario se non magico. Passati i tormenti personali ho continuato a portare avanti questa indagine tra le persone, intervistando spesso (per un mio disordinato archivio personale) quelle personalità poco comuni, ma tanto affascinanti che hanno colpito nel tempo la mia curiosità e il mio immaginario personale.
Della scrittura, e di tutto quel che (non) vi ruota attorno.
A dirla tutta, facendo un piccolo bilancio personale, sono trascorsi poco più di due anni, da quando ho pubblicato la biografia in prosa del paroliere e musicista napoletano Franco Del Prete. Di recente, conversando con un amico estraneo a ogni dinamica editoriale, mi sono sentito domandare: Cosa hai fatto negli ultimi due anni? Avrei voluto rispondere qualcosa come: invece di scrivere un nuovo libro ho contato i pezzi di cioccolato pregiato che non posso più mangiare, da quando sono diabetico. Invece ho solo risposto: sono stato in giro, a osservare fatti e persone. Per raccogliere storie di vita. Come ricordava in suo scritto William James, psicologo e filosofo statunitense di origini irlandesi, talvolta alle persone manca “il senso pungente della realtà”.
Altro che fiction.
Un incontro speciale: conoscere Dj Cioppi di Secondigliano.
A volte, proprio nella libreria indipendente Quarto Stato di Aversa – che è il luogo dove trascorro la maggior parte del mio tempo quando faccio ricerche tra i libri – ho avuto incontri con personaggi degni di ammirazione e che meritano di essere raccontati. E proprio qui ho incontrato un ragazzo di Secondigliano molto sveglio e sensibile, che di notte lavora come infermiere. Mentre di giorno impegna gran parte del suo tempo attivandosi come produttore musicale, autore di canzoni (per citare uno dei suoi tanti progetti: il lavoro artistico del cantautore e rapper PeppOh rientra nelle sue produzioni-collaborazioni autoriali), e scrittore. Il suo nome all’anagrafe è Gianluca Albrizio (classe 1992), ma noi tutti che lo conosciamo lo identifichiamo con il nome d’arte Dj Cioppi. Perché Gianluca, quando non usa un synth marca arteria modello Arturia, tiene la penna in mano per scagliare parole su carta e scatenare significati e significanti ben pensati, e tutti colmi di idee e suggestioni legate al territorio di Secondigliano e alla cultura di cui si nutre.
Sarei andato fino a Secondigliano per intervistare questo abilissimo narratore (figlio di un agente immobiliare e di una impiegata ministeriale, autodidatta da sempre) che tra parole e musica si incammina, da anni, verso un percorso artistico fecondo e concreto su più fronti comunicativi. Però quel giorno, quando ci siamo visti, lui ha deciso di venire a trovare me per scoprire la libreria, così ci siamo seduti a un tavolino tra quelle pareti di libri per parlare di storie, musica e influenze legate alla nostra terra. Dj Cioppi fa parte di un agguerrito gruppo di artisti che si firmano #AreaNordAmmò, che include altre personalità di cui parlerò nelle varie tappe di questo mio reportage. Ho deciso di iniziare questo percorso parlando di lui, perché – a mio avviso – Dj Cioppi sta mettendo in campo una serie di idee creative e di produzioni ad arte molto efficaci, tutte utili ad approdare – tumultuosamente – prima sul web e poi sulla scena nazionale. A suon di potenti versi rap intramezzati a frammenti di storie in prosa, insomma solo narrazioni dotate già di una forte voce autoriale.
In una sua pagina di diario, su fb, Dj Cioppi di recente – parlando del libro in uscita in questi giorni California Milk Bar. La voragine di Secondigliano (Rogiosi Editore 2023, firmato a quattro mani con Gennaro Marco Duello) ha scritto:
Non ho avuto un’infanzia musicale “facile”. Mentre nei ruggenti anni 2000 i miei coetanei si prodigavano nell’imparare a memoria litanie neomelodiche che parlavano di jeans scivolati e di macchine di piccola cilindrata, i miei bagagli musicali si rimpinguavano grazie ad uscite editoriali bisettimanali. Tra queste, mamma e papà mi accontentavano acquistandomi CD dei cantori napoletani “impegnati”. Peppe Barra, Almamegretta, 24 Grana. Su tutti, un’uscita firmata “Nacchere Rosse” riprendeva vecchi classici di lotta e di canzone prodotti dagli ‘E Zezi, gruppo che faceva parte dell’immaginario (e della realtà) del contesto urbano in cui vivevo. Un pezzo chiamato “‘A Flobert” iniziava con la cronaca giornalistica su un enorme incendio in una fabbrica di Sant’Anastasia. Fuoco, fiamme, morti bianche. Per California Milk Bar. La voragine di Secondigliano, quindi, l’imprinting culturale è stato giocoforza influenzato da questi semi; scrivere un libro basato su una tragedia di tale portata non è stato affatto un’opera “semplice”, né per l’accompagnamento emotivo né tantomeno per l’esigenza di non voler sembrare pleonastico, senza ridondanze o immagini stucchevoli.
Creare un’opera musicale ufficiale, parallela, autonoma e convergente con il libro, un accompagnamento verso la voragine umana e, viceversa, un’ascensione al cielo, è stata la sfida più grande. Non voler necessariamente usare l’arma “parola”, ma far parlare le dodici note, è stata l’intenzione iniziale.
Libro, California Milk Bar. La voragine di Secondigliano appunto, che nasce come idea dalle basi del brano musicale di Dj Cioppi,
“California Milk Bar”:
Michele Sparaco
Alfonso Scala
Mario De Girolamo
Giuseppe Petrellese
Gennaro De Luca, “Catena”
Emilia Laudati
Francesco Russo
Ciro Vastarella
Pasquale Silvestro
Serena De Santis
Stefania Bellone
In Piazzetta del Casale ventidue
Si staglia imponente il Distretto Sanitario Trenta
A questo fanno riferimento
Gli abitanti del quartiere di Secondigliano
Periferia conosciuta come meta di turismo interurbano
E set cinematografico per il mondo sano
Il Distretto Sanitario, l’ASL
Porta un nome proprio di persona
Stefania Bellone
Stefania Bellone non è un dottore
Stefania Bellone non è un avvocato
Stefania Bellone è solo un fantasma
E il corpo di Stefania non si è più trovato
Il corpo di Stefania non si è più trovato
California Milk Bar
Il caffè è più amaro
California Milk Bar
Il caffè è più amaro
California Milk Bar
E il caffè è più amaro
California Milk Bar
Il caffè è più amaro
California Milk Bar
E il caffè è più amaro
California Milk Bar
Il caffè è più amaro
Ventitré gennaio novantasei
Trenta metri di vuoto e lota
Si scavano nella coscienza delle istituzioni
Trenta metri di fossa comune e urla mute
Dovute a una perdita alle tubature(…)
Da questo incontro con DJ Cioppi, ho capito che Gianluca in ogni suo brano musicale (o frammento letterario scritto), oltre che a una ricognizione necessaria sulla realtà che lo circonda, si serve di quegli spunti emotivi di musicisti e scrittori a lui cari, per fonderli con il suo vissuto personale. Ed ecco che anche le pagine di Peppe Lanzetta lette negli anni (e che lasciano gridare ancora oggi le voci delle periferie dell’area a nord di Napoli) diventano per Cioppi infusioni di note e parole, da impastare con altri ingredienti conoscitivi per restituire al pubblico il racconto sincero di un fatto di cronaca a dir poco sconvolgente accaduto anni fa a Secondigliano. E ancora, leggendo con attenzione altri frammenti scritti di Dj Cioppi, pezzi che usa come basi narrative per canzoni rap o brani musicali di una musica “leggera” ma artigianale e sapiente, scopro una pagina di diario sincera come questa:
“…il parcheggio è per loro, il mare per me.
dalle otto gli amanti si incontrano sul luogo
convenuto e galeotto.
ognuno con la sua auto, il primo bacio sa di foce e di Volturno.
Io, che amo uguale, sono sceso a salutare.
Stamattina è calma come poche volte, sonnecchiante e mite, seroquel dopo una lite.
Anche la sabbia pare in attesa.
Un Califano suona in radio, poesia e tradimento, e sul greto canta di un giorno discreto.
Il vento non raffredda e non riscalda, è qui ed accompagna.
Sotto il sole Morgana esibisce cavalli alati a mille metri dalla costa,
lenti, solcano scie sull’acqua salmastra.
Ho messo sulla mappa la tua posizione, ma sei ovunque, cartina e bussola, mio faro e lucciola.
La tua voce mi rilassa, il tuo pensiero mi carezza, amarti sempre mi consola.”
Quando durante una delle nostre conversazioni ho chiesto a Gianluca dei suoi scrittori di riferimento, si è fatto dare carta e penna ha stilato questo elenco parziale:
Irvine Welsh, Peppe Lanzetta, Pier Vittorio Tondelli, Charles Bukowski, George Orwell, Diego De Silva, Chuck Palahniuk, Raymond Carver, Ray Bradbury, Regis Jauffret, Giovanni Lindo Ferretti, Pedro Juan Gutiérrez, Giuseppe Ferrandino, Philip K. Dick, Dino Buzzati, Derek Raymond, Don DeLillo.
Da libraio, osservando questo lettore e scrittore autodidatta che tanto ha letto e legge per formarsi e provare a comprendere qualcosa del mondo, mi sono detto che è un elenco davvero apprezzabile di grandi autori internazionali.
Nei prossimi articoli di questo reportage:
I narratori capaci, il più delle volte, si interrogano su due grandi temi: la vita e la morte. DJ Cioppi, che di sicuro è un abilissimo contastorie di cui sentiremo a lungo parlare, indaga la vita e la morte, prima nelle corsie di ospedale dove lavora come infermiere, e poi sulla pagina (o tra le leve e i tasti del sintetizzatore musicale). Nel suo cercare di mettere assieme idee e accadimenti, col fine di raccontare l’esistente tra la vita e la morte della gente comune. E lo fa senza cadere nella retorica di buoni vs cattivi, camorra vs tutti a cui ci hanno sottoposto anni di libri e film figli di autori italiani che del napoletano e del casertano hanno scelto di narrare solo le violente storie malavitose. Per questo Gianluca Albrizio (Dj Cioppi) rientra a pieno titolo nella squadra di contastorie secondiglianesi di cui tratta questo mio reportage. In definitiva, mi viene ancora da domandarmi, che sarebbe stato di lui se avesse scelto di stare in strada per una vita altra invece di ritrovarsi nella sua stanza a mescolare note e storie?
Nei prossimi articoli troveranno spazio altri attivisti culturali secondiglianesi. Il giornalista e scrittore Gennaro Marco Duello (autore di Un male purissimo, Rogiosi Editore 2022), la scrittrice Stefania Spanò (autrice di Nannina, Garzanti Editore 2023, suo atteso romanzo d’esordio), Vincenzo Strino fondatore del Larsec e Giornalista-Scrittore (autore, di Secondi a nessuno. Storia di una rivoluzione pacifica a Secondigliano, Iod Edizioni 2021) e il riconosciuto e originale Rapper Italiano PeppOh. Senza dimenticare gli altri artisti che incontrerò strada-scrivendo.
Mario Schiavone
*credits fotografici: Giovanni Tanzilli e Gianluca Albrizio