Il 18 gennaio di quarant’anni fa moriva Nicola Chiaromonte, uno dei pochi intellettuali di levatura internazionale che ha avuto l’Italia nel Novecento. Ma Chiaromonte non è stato solo un intellettuale. Chi, negli anni Cinquanta, lo incontrava nella redazione del “Mondo”, il settimanale diretto da Mario Pannunzio, non avrebbe mai sospettato che fosse stato uno dei piloti della squadriglia aerea guidata da André Malraux durante la guerra di Spagna, che proprio a lui e al suo coraggio si ispira nel tratteggiare uno dei protagonisti del romanzo “La speranza” (pubblicato in Italia da Mondadori).
A Roma, aveva collaboratoa “Italia Letteraria”, a “Solaria”, aveva stretto un’amicizia destinata a durare sempre con Alberto Moravia. Legato a Giustizia e Libertà, nel 1935 si era rifugiato a Parigi per sfuggire all’arresto della polizia fascista.
(Giovanni Russo, pag. 38, Corriere della Sera, 17-1-12)