Quando scrisse questa lettera, nel luglio del 1965, Nina Simone aveva 32 anni. L’anno era iniziato male con la morte della sua cara amica e mentore, Lorraine Hansberry. Poi, a marzo, Simone aveva cantato per migliaia di persone alla marcia per i diritti civili da Selma a Montgomery. Giugno vide l’uscita del suo nuovo album, I Put a Spell on You, seguito da un tour europeo in sei paesi, iniziato in Inghilterra. Fu lì, mentre sedeva nella sua stanza d’albergo a Londra una sera, che finalmente trovò il tempo di scrivere a Langston Hughes, poeta, romanziere, drammaturgo, attivista e gigante dell’Harlem Renaissance, che aveva incontrato per la prima volta nel 1949 alla scuola superiore, dove lui era in visita per tenere una conferenza. Un decennio dopo, ascoltò il suo album di debutto e, sbalordito, lo lodò sulla stampa. Presto iniziò un’amicizia, e con essa le lettere.
E ora, nel 1965, finalmente, Simone aveva iniziato a leggere e annotare The Big Sea, l’autobiografia di Hughes del 1940, e aveva bisogno di fargli conoscere i suoi pensieri.
Hughes morì nel 1967, mesi dopo aver passato a Simone una poesia che aveva scritto intitolata Backlash Blues. Lei la mise in musica e la cantò molte volte dal vivo; più tardi quell’anno apparve anche nel suo album Nina Simone Sings the Blues.
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Londra,
domenica sera,
6 luglio
Caro Langston,
è da un po’ di tempo che ti devo questa lettera, e finalmente lo faccio.
Grazie – grazie per i libri che ci hai dato. Sto leggendo “The Big Sea” proprio ora e mi dà un tale piacere – non hai idea! È così divertente – leggo i capitoli più e più volte – perché alcuni dipingono immagini complete per me e sono completamente assorbita!
Poi anche, se sono di umore negativo e voglio diventare ancora più negativo (sul problema razziale, intendo), se voglio diventare assolutamente cattivo e violento vado dritto a questo libro e c’è ANCHE materiale per quello. FANTASTICO.
Io uso il libro – quello che voglio dire è che sottolineo tutte le frasi significative per me – faccio commenti a matita su
certi paragrafi ecc. E come ho detto c’è una ricchezza di conoscenza riguardante il problema dei negri, specialmente se uno vuole tracciare le molte molte aree in cui abbiamo avuto difficoltà in tutti questi anni – a volte quando sono con i “liberali” bianchi che vogliono sapere perché siamo così amareggiati – dimentico (non dimentico – mi si blocca solo la lingua) quanto completo sia stato il rifiuto della razza bianca nei nostri confronti in tutti questi anni e allora quando questo accade vado a prendere il tuo libro. Non vedo l’ora di usarlo sempre di più in questo modo con il passare del tempo.
In effetti, Langston, ora mi sento un po’ impacciata perché ci sono così tante cose che vorrei dirti e non posso scrivere così velocemente come penso e anche se lo facessi starei qui tutta la notte a scrivere questa lettera.
So una cosa – ti ho sempre ammirato e sono stato orgoglioso di te – ti ho rispettato e mi sono sentito onorato di conoscerti – ma fratello, ora hai un fan! Sto andando a comprare tutti i libri che hai scritto – non avevo idea che potessi piacermi così tanto. Vedi, leggere non è facile per me – ma “The Big Sea” è così vario e così semplicemente scritto che non devo forzare me stesso a concentrarmi – Prende la mia immaginazione immediatamente PIÙ ogni cosa in esso mi identifico, anche il tuo andare al mare – e non sono mai stata al mare.
Basta con questo!
Mi piace immensamente, ok? Ho detto abbastanza.
Andrew, Lisa ed io siamo a Londra – da due settimane. Lavoriamo in un club. Il lavoro è finito, restiamo qui un’altra settimana per la promozione e la TV e poi andiamo in Francia, Belgio, Spagna per altre due settimane. Poi a casa. Nessun piacere – solo lavoro. Per favore, fatevi vedere qualche volta.
Con affetto,
Nina
Sai chi è Nina, vero? Voglio dire che non ho firmato il mio cognome!!!? (Scherzo)