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Paola Fiorido intervista Miguel Ángel Martín

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Paola Fiorido by Daniele Vannini

Cold World. Un mondo freddo, una guerra fredda: così Venice Faktory presenta la personale di Miguel Angel Martin, con un timbro fucsia “solo per adulti” indicato nel manifesto. Un autore, Miguel Angel Martin, abituato alle polemiche e agli attacchi della censura, ma osannato dalla stampa internazionale; il settimanale Time lo ha indicato tra i migliori disegnatori europei. Per il suo lavoro gli sono stati conferiti il Premio Yellow Kid e il Premio Micheluzzi. Nel 1995 il suo Psychopatia Sexualis, definito il fumetto più violento e ripugnante mai disegnato, fu oggetto in Italia di una vicenda giudiziaria che portò al sequestro e alla distruzione delle copie, causando un dibattito pubblico sulla libertà d’espressione e sulla censura in cui Oliviero Toscani e Milo Manara presero le difese dell’artista.

Cold World espone alcune tavole originali di Psycopathia Sexualis, opera che affronta la violenza su donne e bambini, principali prede di sopraffazione maschile, di istinti omicidi e di perversione umana. Celebre è anche il personaggio di Brian the Brain, nato senza scatola cranica a seguito degli esperimenti cui la madre si è sottoposta come cavia umana. Illustratore per quotidiani e riviste, Martin, oltre all’attività come cartellonista di pellicole affini al suo spirito, interagisce con il cinema attraverso il film Snuff 2000, tratto dal suo comicbook;

Snuffmovie è diretto da Borja Crespo.

Cyberpunk, mutazioni genetiche, il mondo della moda, il quotidiano sono i temi esplorati da Martin con uno stile punk- pop e il suo inconfondibile black humour, attraverso l’utilizzo di acquarelli e inchiostro cinese. Il fumetto sarcastico come autoriflessione, una critica sociale in cui ognuno di noi viene preso in causa; la spettacolarizzazione dell’atroce che si propaga come il coronavirus attraverso i social-media. Benvenuti nel 2020: nell’era del Cyber-Punk la profezia è già in atto.

Paola Fiorido

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Di seguito l’intervista a Miguel Ángel Martín

Chi è Miguel Ángel Martín?

Uno psicopatico che disegna fumetti.

Chi sono i tuoi maestri?

I miei principali riferimenti e influenze sono la scienza, la tecnologia, e la pornografia.

I film Il mucchio selvaggio (di Sam Peckinpah, il mio regista preferito tra tutti) e Il demone sotto la pelle (di David Cronenberg) e il contatto con la scena della musica/suono/rumore industriale dei primi anni ’80 hanno cambiato la mia vita e la forma di avvicinarmi al fumetto.

Come e dove nasce Psychopathia sexualis?

Psychopathia sexualis è un fumetto ispirato dall’album omonimo di Whitehouse, una band di power electronics inglese che a loro volta si sono ispirati al classico della letteratura psicologica Psychopathia sexualis di Richard Freiherr von Krafft-Ebing. Infatti, ogni titolo è preso da un brano dei Whitehouse, eccetto Neuro habitat, da un titolo dell’artista elettronico italiano Maurizio Bianchi. Inoltre è stato d’ispirazione per il fumetto Neuro habitat, pubblicato in Italia da Coniglio Editore. Anche il Marchese de Sade e gli Psychokillers sono stati una grande influenza per i Whitehouse, e per me.

Nei tuoi fumetti, ci sono spesso dei richiami al mondo della moda. Aneddoti che riguardano Vivienne Westwood, i problemi alimentari che affliggono le modelle, la realtà dei fashion victims. Come sei entrato così intimamente nell’immaginario in questione?

Non sono un fashion victim! Ma sono molto interessato alla moda e ad alcuni personaggi come Westwood o Lagerfeld. Quando leggo un intervista di Westwood, Lagerfeld, o Claudia Schiffer, vedo buon materiale per costruire una fiction. Questo è un buon esempio per dire che tutto può essere interessante per raccontare una storia. Io non ho pregiudizi nei confronti dei personaggi o dei suoi problemi.

Affronti con il tuo lavoro, il mondo degli adulti e l’aspetto genitoriale, madri e padri assenti che sfuggono al loro ruolo, spesso incapaci ostinati a mantenere la propria visione delle cose. Perché i genitori sono così?

Non lo so veramente. Sono solo consapevole di queste cose quando la gente mi fa interviste o commenti in fiere di fumetto. La metà dei miei fumetti sono informazione, l’altra metà intuizione. E in parte autobiografica, ma non posso dire quale, ah, ah!

Brian the Brain è sicuramente un fumetto avveniristico che anticipa le conseguenze d’azioni sconsiderate in campo scientifico, la cibernetica, lo sviluppo delle facoltà celebrali tramite un super potenziamento, Brian è un bambino potenziato ed esposto in una società meccanica. Come sei riuscito a riportare il mondo di Brian con il tuo Brain?

Secondo me, l’importante di Brian the Brain non è la sua capacità telecinetica, ma il rapporto di una persona diversa con il suo ambiente sociale e la tecnologia. Il cervello sovrasviluppato e la fantascienza sono solo una scusa, un MacGuffin come Alfred Hitchcock, per parlare di esseri umani e società. Ho detto che la scienza è un importante influenza nei miei fumetti, naturalmente, i miei fumetti non sono scientifici affatto.

Ti sei avvicinato a qualche gruppo musicale nella tua vita?

I Whitehouse, di cui alma mater William Bennett è un amico che ha tradotto in inglese Psychopathia sexualis e Peter Sotos, altro membro e scrittore che si è occupato della prefazione. Peter ha avuto problemi di censura negli usa per il suo fanzine Pure. Questa edizione è stata pubblicata anni fa da La Factoria in Spagna, nessun editore americano né inglese vollero pubblicarlo.

Sono amico da molti anni degli Esplendor Geométrico, adesso uno dei componenti è un italiano.

Ho realizzato molte copertine per diversi gruppi di musica elettronica e rock.

C’è qualche cosa che vuoi far sapere ai tuoi lettori che non conoscono di te?

Quanto meno mi conoscono, meglio è.

Ti piacciono le frittelle alla crema veneziane? Com’è andata l’inaugurazione della mostra curata da Federica Palmarin Cold World presso la galleria Venice Faktory?

Certo, buonissime! Un dolce molto delicato. L’inaugurazione è andata benissimo. C’erano un sacco di persone interessanti, Federica è bravissima come persona e curatrice, sono molto entusiasta di lavorare con lei. Mi auguro che questo sia l’inizio di altre collaborazioni successive.

Intervista a cura di Paola Fiorido

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Miguel Ángel Martín (León, 1960) fumettista, artista trasgressivo e polemico, si è imposto all’attenzione del pubblico con strisce dissacranti su quotidiani e riviste di tutto il mondo: El Pais, Marie Claire, Maxim, Leer, GQ, Rolling Stone. Time lo ha definito «il miglior disegnatore Europeo di fumetti», e la rivista The Face lo ha incluso nella lista dei “50 disegnatori del secolo”. Ha vinto il premio Autore Rivelazione nel 1993 al Salón Internacional de Cómics de Barcelona e il premio Yellow Kid come migliore disegnatore straniero all’Expocartoon di Roma nel 1999. Un suo fumetto (riproposto da Edizioni NPE in Brian the Brain. L’integrale) ha vinto il premio XL-Repubblica nel 2007. Romics d’Oro nel 2018 con Surfing on the Third Wave, Miguel Ángel Martín ha fatto la storia della censura in Europa a seguito del sequestro giudiziario della intera tiratura di una sua opera (riproposta da Edizioni NPE nel volume Total OverFuck).

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