Maicolgècson di Paola Soriga (Mondadori, 2021) è un romanzo colmo di energia e vitalità, racchiude la prodigiosa determinazione e l’esperienza emozionale della protagonista, concentra l’essenza dell’entusiasmo attraverso la qualità descrittiva della fantasiosa comunicazione giovanile, rivolge la direzione dell’esistenza verso il simulacro splendente dell’icona di successo, indicando la traccia vivace e acuta della notorietà. La piccola Remigia, denominata Maicolgècson, per il tratto distintivo della pelle scura e dei capelli ricci, testimone della brillante costruzione letteraria, nutre il sogno e la speranza della musica, forma la sua originale personalità con il desiderio di cantare e ballare. La sua ambizione si misura quotidianamente con la difficile conquista di un ruolo sociale, modula il potenziale dei comportamenti umani, influenzati dalle aspettative nell’ambiente familiare circostante, acconsente all’evoluzione della propria identità di confrontarsi con il mondo esterno e con i suoi ideali da imitare.
L’autrice crea una sincera corrispondenza delicata, ingenua e candida, con la comunità coinvolta, dando origine a un’atmosfera generazionale mondana, attratta dalla cultura dell’immagine, avvinta all’aspirazione appassionata e ambiziosa di raggiungere una popolarità riconosciuta da tutti. Offre alla scelta personale di Remigia l’eccentrica, schietta passione di nutrire una devozione sfrenata per Michael Jackson, artista preso a pretesto per motivare nei continui riferimenti mediatici il suo orientamento nello sviluppo fisico e intellettuale, creativo e universale. Il libro trasforma la linea essenziale del suo svolgimento in uno spettacolo, contaminato dalla tenera ironia, alterato dal paradosso di una realtà che si scontra con la frammentazione dei punti di riferimento, accoglie il conflitto tra la smania di celebrità e l’amarezza dell’insuccesso, sostiene il miraggio della perseveranza e della fiducia nel fantasticare di conseguire la celebrità affrontando l’insinuante cattiveria degli altri.
Maicolgècson svela una trama complice della mitologia nostalgica degli anni Ottanta, riprende dettagliatamente una fotografia del tempo attraverso le aspirazioni della cultura pop, caratterizzando un modello divulgativo a paradigma socio – culturale, orienta la suggestione intorno a un intrattenimento del sensazionalismo, osservando i concetti e le opinioni della vita con uno sguardo di accettazione sociologica, in un prodotto decodificato dall’immaginario collettivo. Paola Soriga incrocia espressioni linguistiche nel patrimonio della tradizione sarda (sua regione di provenienza), percepisce lo spirito divertente delle parole traducendo i sentimenti nella nota leggera e dolce della sensibilità, consegnando alle pagine dell’opera la briosa spontaneità della fanciullezza, l’esultanza curiosa e grottesca della bizzarra singolarità narrativa. L’aspetto ritmico del libro è intimamente collegato all’ambito musicale evocato, interprete, tra folclore e cambiamento, del merito eccezionale nella formazione della generosità liberale e nella relazione emotiva nei confronti del prossimo.
Rita Bompadre