No. In Italia è stato un autentico spartiacque nella storia della musica, dal vivo e non solo.
Già, perché il live di Bob Marley del 27 giugno 1980 a Milano, rappresentò per chi era presente – ma anche per chi sarebbe venuto dopo – un evento di portata epocale.
Non soltanto per la prima volta San Siro si ritrovò con chitarre e microfoni come protagonisti al posto del solito pallone; non soltanto il suo prato verde ospitò ottantamila (per alcuni centomila) spettatori, che volevano assistere al primo show del profeta del reggae.
No, quella esibizione – insieme a quelle di Patti Smith del 1979 e dei Clash, sempre nel 1980, entrambe a Bologna – inaugurò nel nostro Paese una nuova stagione per il mondo delle sette note. Di fatto sancì il ritorno dei grandi nomi della scena internazionale in un periodo storico delicatissimo, reimmettendolo nelle mappe dei tour manager internazionali, che da tempo la evitavano quando si trattava di calendarizzare le tournée dei loro artisti, per paura di incidenti e disordini.
E pensare che il quarantenne Pietro, milanese protagonista de L’estate di Bob Marley, scritto da Paolo Pasi, a questo straordinario happening ha rischiato di non partecipare!
Invece un “salvifico” attacco di panico lo ha tramortito nella sua casa di triste divorziato alla deriva, facendolo prima svenire e poi risvegliare vent’anni prima, esattamente a poche ore dall’inizio del set nella Scala del calcio da parte dell’autore di Redemption song e di No woman, no cry.
Come avrà sfruttato sia questa seconda chance che il destino gli ha concesso, sia la consapevolezza di conoscere in anticipo quanto sta per accadere in uno dei momenti più drammatici della nostra storia contemporanea?
Nessuna anticipazione, naturalmente. Lo dovrete scoprire leggendo questo libro in cui l’autore mescola continuamente realtà e fiction, ricostruendo attorno alle vicende immaginarie del (di nuovo) giovane Pietro alcune delle pagine più nere e drammatiche della cronaca e della politica italiana.
Quello che ne viene fuori è, allo stesso tempo, un romanzo con un intreccio piuttosto avvincente e una sentita testimonianza di un’epoca segnata da una serie di avvenimenti rimasti scolpiti nella memoria collettiva.
Per quanto concerne questo secondo aspetto, Pasi si affida a una ricostruzione dei fatti solida ma mai troppo “cattedratica” o, peggio, giudicante. Lo fa mettendo in piedi uno sfondo piacevole all’interno del quale i suoi personaggi, non soltanto il protagonista, si muovono con una certa naturalezza, senza che il lettore possa percepirli come impropri o fuori tempo.
Proprio in questa “misura”, in questo bilanciamento mai messo in crisi con lo scorrere delle pagine, risiede probabilmente il pregio dell’opera, che si dimostra apprezzabile tanto dal punto di vista dell’entertainment, quanto oggettivamente ricca di spunti per chi, agli albori degli anni Ottanta del secolo scorso, era troppo giovane per capire o non era proprio nato.
Domenico Paris
Recensione al libro L’estate di Bob Marley di Paolo Pasi, Jaka Book 2021, pagg. 252, € 20,00