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Parlami di battaglie, re e di elefanti

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Con questa nuova rubrica vogliamo inaugurare un nuovo corso della critica letteraria sul web. Una critica che vorrebbe aprire nuove frontiere, ma che in realtà le chiude: troppe recensioni poco oggettive, troppi siti che rimandano alla libertà dei propri re-censori e poi sono i primi a studiare a tavolino le solite operazioncine di marchetting, come se il lettore fosse stupido. Continuate così, cari critici, e i lettori non solo non vi leggeranno più sulla carta, ma nemmeno sul web. Per questo abbiamo pensato ad una rubrica che presenti i libri esattamente come si presentano in libreria: con le prime due pagine. Solo i libri per noi migliori, ma deciderete Voi se il gusto dei nostri Bookdetector incontra il vostro. E soprattutto ognuno può diventare THE BOOKDETECTOR: basta che scriviate la prima pagina del libro sulla nostra pagina Facebook Satisfiction. Potete seguirci anche su Twitter @bookdetector e su Facebook alla pagina Satisfiction, che proprio in queste ore ha superato i 10 mila “like” ed è la rivista più letta in Italia e in Europa (seconda sola a Granta con 17 mila “like”). Buona Lettura!

Gian Paolo Serino

Iniziamo con la prima pagina di “Parlami di battaglie, di re e di elefanti” di Mathias Enard, in libreria per Rizzoli (dal 14 Febbraio). Per noi è un capolavoro, ma decidete Voi. Come sempre è un libro Satisfiction: soddisfatti o rimborsati.

 
 

“La notte non comunica con il giorno. Ci brucia dentro. All’alba la portano al rogo. Insieme con le sue creature, i bevitori, i poeti, gli amanti. Siamo un popolo di confinati, di condannati a morte.

Non ti conosco. Conosco il tuo amico turco; uno dei nostri. Sparisce pian piano dal mondo, inghiottito dall’ombra e dai suoi miraggi: siamo fratelli. Non so quale dolore o quale piacere l’abbia spinto verso di noi, verso la polvere di stelle, forse l’oppio, forse il vino, forse l’amore; forse qualche oscura ferita celata fra le pieghe della memoria.

Vorresti unirti a noi.

La paura e lo sgomento ti gettano fra le nostre braccia, e li tenti di rannicchiarti, ma il tuo corpo duro resta aggrappato alle sue certezze, respinge il desiderio, rifiuta di abbandonarsi.

Non ti biasimo.

Abiti in un’altra regione, un mondo di forza e di coraggio dove pensi di poter essere portato in trionfo; credi di ottenere il favore dei potenti, cerchi la gloria e la ricchezza. Eppure quando giunge la notte tremi. Non bevi, perché hai paura; sai che il bruciore dell’alcol ti rende fragile, inesorabilmente ti spinge a cercare carezze, una tenerezza scomparsa, il mondo perduto dell’infanzia, la soddisfazione, la calma di fronte alla scintillante bellezza del buio.

Credi di desiderare la mia bellezza, la mia pelle delicata, il fulgore del mio sorriso, le mie ossa sottili, il carminio delle mie labbra, ma in realtà senza saperlo desideri soltanto che svaniscano le tue paure, desideri la guarigione, l’unione, il ritorno, l’oblio.

Questa forza dentro di te ti divora nella solitudine.

Allora soffri, perso in un crepuscolo infinito, un piede nel giorno e l’altro nella notte.

 

Mathias Enard, “Parlami di battaglie, re e di elefanti” ( Rizzoli).

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