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Passatopresente. Intervista a Caterina Bonetti

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Per Le Tre Domande del Libraio incontriamo questa settimana su Satisfiction Caterina Bonetti in libreria da pochi giorni con “Passatopresente”, un nuovo titolo di Affiori edizioni,  marchio Giulio Perrone Editore. Giornalista pubblicista, Caterina Bonetti si è sempre occupata di politica e libri a trecentosessanta gradi.

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Caterina, ci vuoi raccontare il tuo percorso nel mondo della scrittura, la prima idea di questo libro e poi come si è sviluppato, portandoci nell’officina di lavorazione, e, infine, come è avvenuto l’incontro con la casa editrice Affiori?

La scrittura mi ha accompagnata fin da piccola. A dire il vero alle scuole elementari ero una pessima allieva. Incapace di fare le aste alla lavagna e bloccata al livello “matita” per mesi e mesi dopo che i miei compagni erano passati alla biro blu. Leggere e scrivere non erano una delle mie priorità diciamo e non ero una di quelle bambine studiose che restano al posto in ascolto della lezione. Fantasticavo, non stavo ferma nel banco, passavo ore a guardare fuori dalla finestra nelle case di chi viveva a fianco della scuola. Ho reso la vita parecchio difficile alla maestra. Poi l’incontro con le letture giuste e con una professoressa di italiano molto brava alle scuole medie ha cambiato le cose e ho iniziato a riempire i quaderni di storie, ma non ho mai avuto un rapporto semplice con la parola scritta. Grandi slanci e infinte frustrazioni, come quando all’università la mia relatrice di tesi mi restituiva pagine e pagine segnate in rosso perché “il discorso è tutto avvitato” e faticavo ad alleggerire la forma. Sono sempre nervosa quando scrivo, non ho nulla della poetica immagine della “scrittrice ispirata”. Anzi tiro spesso fuori il peggio del mio carattere.
Non ti so dire onestamente quando sia nata l’idea di questo romanzo, che ho scritto nell’estate del 2019. Avevo già pubblicato alcuni racconti, su rivista e in raccolte, che avevano come oggetto l’indagine sulla vecchiaia. Circoli, balere, case di riposo mi hanno sempre affascinata per il loro potenziale, per le storie nascoste che custodiscono e possono essere raccontate di prima o di seconda mano. Allo stesso modo mi affascinavano i misteri familiari, il complicato sistema di relazioni che vive dietro a ogni banalissima storia “normale”. Avevo quindi in testa degli spunti, poi ho letto due romanzi di Paolo Valentino e uno in particolare, “Tu salvati”, mi ha colpito per la modalità con cui veniva sviluppata la narrazione: in modo estremamente semplice e lineare, ma con una profonda capacità di arrivare dritto al lettore, al nodo del mistero che avvolge la vita – anche qui solo apparentemente ordinaria – dei personaggi. Questo, con la complicità dell’estate, stagione che odio particolarmente, perché vivo nella bassa padana e non trovo nulla di divertente nelle interminabili ore di luce e di afa asfissiante, mi ha fatto dire “perché non provare a scrivere qualcosa così, che possa tenere insieme tutto?”. La figura di una mia prozia – Rosa –  ha poi fatto da filo conduttore alla trama, con la sua vita non convenzionale per il tempo. C’è anche da dire che al tempo facevo un lavoro precario e i mesi di luglio e agosto erano “votati” alla disoccupazione. L’ozio creativo penso sia molto proficuo in questo senso, anche se crea una discreta ansia se non sei un aristocratico dell’antica Roma! Passatopresente è nato così, con il suo titolo (che aveva già un mio racconto in rivista su “Radici”) e poi, dopo la lettura di un paio di fidati amici, ha girovagato per concorsi e call per qualche anno. Proprio dopo l’invio a un concorso nel 2023 sono stata contattata da Giulio Perrone – che sempre ringrazio per la chance – che mi ha chiesto se potessi essere interessata a una pubblicazione con Affiori. Ha fatto un giro lungo insomma, ma alla fine ha trovato casa e una casa penso molto adatta.

Partendo dal titolo, nel romanzo il passato e il presente si intrecciano alle vite dei personaggi che lo animano. Per i nostri lettori forti di Satisfiction ci vuoi dettagliare la storia e i personaggi di questo romanzo?

I protagonisti del romanzo sono tanti e sta al lettore scegliere da che punto osservare la storia. Uno dei punti di fuga è Anna Molteni, una giovane donna convinta che nella vita si debba sempre essere sinceri e che, in nome della sincerità dei suoi sentimenti, ha rinunciato al matrimonio con Leonardo – “il migliore degli uomini possibili” – padre di suo figlio Edoardo. Sua madre Magda, malata di alzheimer, le rinfaccia ancora, nei brevi momenti di lucidità, questa sua scelta. Il legame madre figlia, in bilico fra senso di colpa e del dovere, è mediato dal ricordo di Luigi, padre presente e marito attento, scomparso improvvisamente al peggiorare della malattia di Magda, costretta a vivere in una casa di riposo. Le giornate di Anna si dividono fra lavoro, attenzioni al piccolo Edoardo e visite alla madre: una routine stancante, in cui i desideri della protagonista trovano poco spazio, ma consolidata e rassicurante. Fino a quando un giorno una misteriosa lettera dal passato arriva a casa di Anna. Scritta molti anni prima e indirizzata a suo padre, sarà soltanto la prima di una corrispondenza muta capace di raccontare un’altra verità sulla famiglia Molteni e, forse, di accompagnare Anna verso una nuova visione della vita. In questo senso un secondo punto di fuga è quello dell’autrice di questa corrispondenza. A queste due voci si aggiunge quella di una terza figura femminile, che personalmente amo molto, Emma, anziana ospite della casa di riposo Villa Roma, dove è ospitata Magda. Emma è paziente custode e narratrice delle storie di altri ospiti, a metà fra passato e presente appunto, oltre a essere anche l’aiutante delle altre protagoniste. Le narrazioni quindi sono più di una e ciascun lettore può trovare il suo “modo di vedere le cose”. Ho provato a creare uno spazio di osservazione, quasi di nascosto delle vicende, sottraendomi quanto più possibile – spero di esserci riuscita almeno in parte – al giudizio sui personaggi, che sono in fondo soltanto quello che sono. Così come questa storia.

Il legame tra madre e la figlia è uno dei temi portanti intorno al quale si sviluppa l’intera narrazione. Da lettrice fortissima quale sei, ci vuoi raccontare quali libri e quali autori e autrici hanno ispirato la storia e se poi ci vuoi dire anche le letture che abbineresti a Passatopresente?

Una domanda difficilissima e che mi mette davvero in imbarazzo. Ogni citato potrebbe dire “Eh, ma andiamo più lenti con i modelli! Voliamo basso!”. Di sicuro uno però l’ho già citato per il tipo di approccio narrativo, limpido, chiaro e per nulla compiaciuto. Come lui Fabio Genovesi (non me ne voglia nessuno di loro eh!), Jonathan Bazzi, Veronica Raimo, Silvia Bottani, Chiara Gamberale, Anna Siccardi o Nadia Busato… Potrei andare avanti all’infinito per restare solo nell’ambito della narrativa italiana contemporanea, ma dovrei spaziare in un infinito mare di narrativa straniera di cui sono “arcighiotta”, nei grandi classici, nei film, nelle serie, nello spazio della fotografia, mia grande passione insieme al cinema. Ghirri e Baumbach possono valere una scomunica temo. Tre maestri del sentimento li devo citare però, per me imprescindibili perché li ho incontrati da piccola e non mi hanno mai delusa, né abbandonata, ma perdutamente sedotta sì: Jack London, che per primo mi ha fatto tenere la luce accesa in lettura fuori dall’orario consentito, Bianca Pitzorno, che mi ha fatto innamorare definitivamente della lettura, Francesco Guccini, che non a caso cito, perché credo che molti dei suoi testi dovrebbero stare nelle antologie poetiche contemporanee. Se devo trovare un filo conduttore posso dire che amo chi osserva e lo racconta con semplicità, senza fronzoli, con uno scatto. Lasciando al lettore massima libertà nelle suggestioni. Cosa leggere a fianco di Passatopresente? Non saprei onestamente, altra domanda difficilissima. Resterò sulle ultime cose lette, per non perdermi. Proprio poche settimane fa ho letto un breve romanzo che attraverso uno spazio breve e essenziale rivela un mondo che ti rimane addosso: Un’estate di Claire Keegan. Potrei però citare anche il romanzo uscito di recente di Fabrizio Bonetto Museo di un amore infranto o In cerca di Dora Maar di Brigitte Benkemoun.

Buona Lettura con Passatopresente di Caterina Bonetti.

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