La pioniera del punk Patti Smith e l’influente fotografo Robert Mapplethorpe ebbero una stretta relazione, che iniziò nel 1967 quando la ventenne Smith si trasferì a New York City. La coppia andò subito d’accordo e per i successivi sette anni vissero insieme a Manhattan. Nel 1989, 22 anni dopo il loro primo incontro – e a quel punto si erano separati da tempo dal punto di vista sentimentale ma erano ancora molto amici – Mapplethorpe morì qualche tempo dopo la diagnosi di AIDS. Nei giorni precedenti la sua prematura scomparsa, la Smith scrisse alla sua anima gemella la seguente lettera, che purtroppo lui non ebbe la possibilità di leggere.
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Caro Robert,
Spesso, mentre sono sveglia, mi chiedo se anche tu sei sveglio. Stai soffrendo o ti senti solo? Mi hai attirato dal periodo più buio della mia giovane vita, condividendo con me il sacro mistero di ciò che è essere un artista. Ho imparato a vedere attraverso di te e non comporre mai una linea o disegnare una curva che non provenga dalla conoscenza che ho derivato nel nostro prezioso tempo insieme. Il tuo lavoro, che proviene da una fonte fluida, può essere ricondotto al nudo canto della tua gioventù. Allora parlavi di tenere la mano a Dio. Ricorda, attraverso tutto, hai sempre tenuto quella mano, stringila forte, Robert, e non lasciarla andare.
L’altro pomeriggio, quando ti sei addormentato sulla mia spalla, mi sono addormentato anch’io. Ma prima di farlo, mi è venuto in mente, guardando tutte le tue cose e il tuo lavoro e ripercorrendo anni di lavoro nella mia mente, che di tutto il tuo lavoro, tu sei ancora il più bello. Il lavoro più bello di tutti.
Patti