È un’opera di estrema densità poetica, Peso specifico dell’attimo, composta da Pietro Pisano, in cui l’efficacia visionaria è la frontiera di ogni incantesimo della conoscenza, è la misura lucida e temeraria di ogni domanda, è la volontà di ogni movimento errante delle possibilità umane. Edito nella collana Le lanterne-opere prime di poesia, a cura di Melania Panico, per Oèdipus Edizioni, i suoi versi concentrano il limite dell’inquietudine in una valutazione realistica dei conflitti, nel confronto con il tessuto doloroso, nel dramma fenomenologico dei sentimenti, nell’esercizio del pensiero esistenzialista.
Il poeta fluisce nell’inchiostro la resistenza delle occasioni, il carattere evocativo della salvezza nelle parole, il richiamo a circondare la concezione del tempo, adagiato sulle scelte del destino, l’impulso interiore di raccogliere i contenuti del presente autentico, il tramite naturale dell’estetica del momento.
La traccia interrogativa della poesia di Pietro Pisano indica il segno delle ombre inconsce, il solco sottinteso delle risposte, alimentando la profondità di ogni esitazione sull’inafferrabile condizione dell’essere, accettando la richiesta a una elaborazione delle percezioni nella direzione più credibile di ogni epifania sentimentale.
L’inevitabile invettiva e il necessario disamore disorientano l’itinerario del poeta, isolano il tormento e il senso di angoscia nel desiderio introspettivo di incoraggiare le spiegazioni delle ferite. La fugacità malinconica avvolge nel vortice disingannante e distruttivo l’incertezza fendendo la sferzata aspra e pungente del disagio.
La saggia conferma della qualità interpretativa è dimostrazione della scansione segreta delle emozioni sintonizzate con l’immediatezza del loro accadere. Pietro Pisano ascolta le vibrazioni dell’anima, in analogia con le oscillazioni dell’equilibrio istintivo, con la corrispondenza del ricordo che consente una comprensione basata sul principio della sensibilità.
Il risolutivo riconoscimento della realtà, definita obiettivamente, senza provocatorie consolazioni, stimola la visione del poeta, che sa cogliere l’essenza indagando l’intensità delle sue osservazioni compositive nei confronti delle relazioni e dei comportamenti umani.
È il sentiero degli occhi, Peso specifico dell’attimo, l’istante delle espressioni posto sull’asse degli sguardi, il valore di uno “spazio interno del mondo”, uno spazio sospeso di immagini poetiche che riflettono l’estensione di ogni entità spirituale, concentrano la ricerca ai confini dell’anima, intuiscono i dettagli dei simboli interpretativi, influenzati dagli stati d’animo, dai mutamenti personali. La poesia affida alla sua urgenza rinnovatrice l’ampiezza di intendere e configurare il privilegio cognitivo della partecipazione. Le parole si scontrano con il senso ambiguo delle confessioni, con le percezioni di solitudine e di indifferenza coniugando l’invisibile al mondo concreto, l’assoluto con il complesso intrecciarsi del destino individuale.
Un respiro di vento favorevole sostiene il risveglio emotivo, avverte l’ispirazione e rincorre la brezza preziosa del sogno e dell’immaginazione, riacquistando la fiducia della consapevolezza. “L’enigma della pagina” è svelato, dopo aver intuito l’indecifrabile oscurità dello stupore e rintracciato la forma esatta di ogni intonazione luminosa.
Rita Bompadre
Recensione al libro Peso specifico dell’attimo, di Pietro Pisano, Oèdipus Edizioni 2020, pagg. 89, €12
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Di seguito alcuni testi tratti dal libro.
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Escono dal sogno condiviso,
la polvere degli oggetti ripete
il suo mantra nella ragnatela dei suoni
e ancora e ancora dalla bocca dello spazio
sono state mosse
le corde dell’attraversamento:
come frecce tra le sagome oscure, vibrando
noi siamo il passaggio
tra pianeti
solitudini
che compongono il presente,
il tessuto dei rapporti.
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The Hanged man
Cara notte, dentro tutte le notti
con i sogni fracassati dietro
la faccia indossata per scherzo,
così per scherzo si capovolge
la vita con una corda al piede
dondolando sul vuoto
diventare dove esplode l’inaudito
e lasciarsi risuonare
nell’impossibile
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Sliding doors
Ci si consegna a un giorno
dissennato nella teoria delle cose
a un volteggio
di scritte luminose
a porte girevoli
sulla complessità del tempo,
quindi il ritorno nella galassia dello sguardo,
travolti infine da distratti accadimenti.