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Pietro Trapassi, ovvero Metastasio

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Metàstasis vale cambiamento, mutamento, andare oltre lo stato in cui si è. Ripensare al melodramma nella lingua italiana. Pietro Trapassi (ovvero la riforma del melodramma) prende il nome di Metastasio e compone opere su opere e, a parte Didone abbandonata (un mio talismano), ha scritto un sonetto, nel mezzo di cammin di sua vita, nel 1733, che tradotto mi pare di una modernità “agghiacciante”:

Sogni, e favole io fingo; e pure in carte

mentre favole, e sogni orno, e disegno,

io lor, folle ch’io son, prendo tal parte,

che del mal che inventai piango, e mi sdegno.

Ma forse, allor che non m’inganna l’arte,

piú saggio io sono? È l’agitato ingegno

forse allor piú tranquillo? O forse parte

da piú salda cagion l’amor, lo sdegno?

Ah che non sol quelle, ch’io canto, o scrivo,

favole son; ma quanto temo, o spero,

tutto è menzogna, e delirando io vivo!

Sogno della mia vita è il corso intero.

Deh tu, Signor, quando a destarmi arrivo,

fa ch’io trovi riposo in sen del Vero.

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