Al Palazzo delle esposizioni di Roma ho visto una sala con tanti Pinocchio di Jim Dine, uno più bello e inquietante dell’altro. E dove è andata subito la memoria? A Paolo Fabbri che su Pinocchio aveva sempre la penultima parola, e se una cosa mi brucia è di non poter più realizzare (senza di lui che senso ha?) quel Concerto pinocchiesco che volevamo.
Innanzi tutto bisogna ricordare subito che è la Fata a mentire e non Pinocchio, e poi, come diceva Paolo, ricordando Petruska di Stravinskij, le marionette ballano e chi ha visto le marionette che ballano a un certo punto alza la testa e vede che là in alto c’è un’altra marionetta che lo guarda, e nulla ci impedisce di immaginare che da un’altro punto di vista qualcuno guarda chi guarda senza essere visto.