Si avvicina la finalissima di “Prosa, poesia, pittura e fotografia”, l’unico concorso dedicato all’espressività e al talento artistico degli over cinquanta, organizzato dall’associazione 50&Più. L’iniziativa, giunta alla trentaseiesima edizione, si terrà dall’8 al 13 luglio nella splendida cornice di Salsomaggiore Terme.
Sono ottocento le opere in gara realizzate dai cinquecento finalisti, che hanno dato prova del loro talento, passione e creatività nelle quattro arti della parola e dell’immagine: prosa, poesia e pittura, fotografia.
Il concorso richiama ogni anno artisti dilettanti da tutta Italia, offrendo loro la possibilità di mettersi alla prova e di condividere la propria passione artistica, in un frangente d’età, quello over cinquanta, durante il quale è difficile trovare nuovi spazi di espressione e di sperimentazione.
Nelle giornate di ricca programmazione, i partecipanti si sfideranno contendendosi i premi, le ambite Farfalle e Libellule d’oro. A selezionare le migliori opere sarà una giuria d’onore, composta da grandi artisti di valore, tra i quali anche Elio Pecora, storico giurato del concorso, grande poeta e scrittore della tradizione italiana novecentesca.
Un concorso che gode di una lunghissima tradizione. Lei da quanto fa parte della giuria? Com’è evoluto negli anni “Prosa, poesia, pittura e fotografia”? Come sono evolute le tematiche affrontate?
Faccio parte della giuria da tantissimi anni, quasi una decina. Io mi occupo della sezione poesia e prosa. Negli anni si è registrata un’indubbia evoluzione in positivo. Soprattutto per quanto riguarda la prosa si è avuto un netto miglioramento qualitativo. Dal classico racconto autobiografico ora sono numerose anche le prove di racconti inventati; spesso trovo in queste opere, soprattutto nelle prose, nei racconti ma anche nelle poesie, delle sostanze umane che non trovo in moltissima gente che pretende di arrivare alla scrittura professionalmente. Raccontano sentimenti, emozioni, verità.
Essendo un giurato habitué del concorso, che cosa rappresenta, che valore ha per lei questa iniziativa?
Rappresenta una delle tante cose che faccio, ma distante dalla folla di poeti che mi insegue, mi opprime da cinquant’anni. Essere membro di questa giuria significa entrare a far parte di un altro mondo, che è quello delle persone non solo di età avanzata, ma soprattutto di chi cerca di esprimersi e lo fa spesso con sapienza, commozione e consapevolezza. Mi pare una bella cosa, un’azione davvero interessante.
Qual è secondo lei lo spirito di questo concorso?
È dare la possibilità anche a chi nella vita ha svolto diverse professioni di esprimersi nelle arti: nella pittura, nella fotografia e quindi anche nella poesia e nella letteratura. Iniziative come queste aiutano ad avere una maggiore coscienza di sé, verso le parole e verso il continuo lavorio che questo comporta. Mi pare un intrattenimento intelligente; è la prova che andando avanti negli anni si può avere una vita attiva, anche spiritualmente, anche intellettualmente. Questo mi sembra molto giusto.
Chi sono i partecipanti?
Sono per lo più persone che si lasciano andare per la prima volta, superano timidezze; altri hanno scritto magari per i loro amici o tengono le loro opere chiuse nei cassetti. Ci sono alcuni che hanno insegnato tutta la vita lettere e partecipano per la prima volta; altri che hanno concorso più volte, e nei maggiori dei casi sempre con delle prove riuscite.
I partecipanti sono persone vivissime, colmi di vivezza, allegria. Tutto questo è simbolo che non è la vecchiaia a far morire lo spirito.
Durante le giornate del concorso sono organizzati anche dei laboratori; lei tiene “Le ragioni della poesia”, sempre molto seguito. Com’è andato gli anni scorsi?
Non bene, benissimo! Ho una grandissima folla che cresce di minuto in minuto, una straordinaria partecipazione alle mie lezioni. I miei laboratori non sono strutturati in nessun modo, io sono un poeta e le miei lezioni si basano sui miei umori. Affronto letteratura antica e moderna, dando sempre primaria importanza alle domande e tenendo conto quello che ci sta dietro alle parole: le emozioni. Io parlo d’anima, io parlo di parole che raccontano le percezioni, le emozioni e l’anima. Un’interrogazione profonda del sé.
Per concludere, proprio perché la creatività non ha età, quali sono ora i suoi progetti per l’immediato futuro, a che cosa sta lavorando?
Io faccio moltissime cose per la poesia. Mi occupo di poesia e letteratura da cinquant’anni quindi continuo. La scrittura è la mia vita: si finisce solo il giorno in cui si muore o il giorno in cui si diventa imbecilli.