The Ring of Brightest Angels Around Heaven – La più lucente corona d’angeli in cielo – Rick Moody lo pubblica nel 1995, tra Tempesta di ghiaccio (1994) e Rosso Americano (1996). I Novanta sono il suo decennio migliore, Moody è tra i golden boys della narrativa nordamericana con Chuck Palahniuk, Bret Easton Ellis, Michael Chabon, David Foster Wallace, Jonathan Franzen, A.M. Homes… La novella o racconto lungo fa capolino in Italia con minimimfax, il tempo di vendere “quattro copie” e testimoniare alla solita nicchia il genio di uno scrittore che sa cavalcare l’onda del cambiamento.
In queste settimane ritorna in libreria con La Nave di Teseo in un volume che include altre undici storie tradotte da Adelaide Cioni e Tommaso Pincio, autore anche di una bellissima postfazione. Al di là dello smarrimento, l’infelicità, le occasioni sprecate che accomunano quasi tutti i personaggi, questi racconti non seguono una triettoria riconoscibile, alcuni sono stati recuperati da un libro precedente: La James Dean Garage Band. La storia di Dean che sopravvive al suo scontro fatale per unirsi a dei giovani musicisti è contenuta anche in questa versione. Dean fluttua tra la vita e la morte, contamina i nuovi amici con la sua fama di artista maledetto, gli amici lo trasformano in una persona anonima, uguale a tante altre. Dean vive ma nello stesso tempo è corpo mistico del proprio mito. In Appunti Preliminari, il perito di uno studio legale che segue il caso di una donna caduta in un centro commerciale trova il modo di registrare le conversazioni telefoniche tra la moglie e il suo amante. Insieme alla storia che dà il titolo al libro sono i due racconti migliori. La più lucente corona d’angeli in cielo è ambientata in una New York spettrale, fatta di locali sadomaso, bordelli, una terra promessa di sogni perduti, un cimitero di speranze popolato da tossici assuefatti anche all’idea che non può esserci via di uscita dall’abisso in cui sono precipitati per loro scelta e per puro caso, non per altro. Non saprei dire se Moody abbia o meno provato sulla propria pelle certe esperienze, lo stesso Pincio ne è all’oscuro, ma l’autenticità del male che viene fuori dalle pagine del racconto tocca il cuore, turba, commuove.
I personaggi di Moody (Jorge, Toni e Randy) sono nudi di fronte al dolore, e senza filtri, l’immediatezza della storia sembra negare il suo racconto, non c’è narrazione, solo i fatti vissuti mentre accadono. Pincio dice che La più lucente corona d’angeli in cielo sembra scritto in trance per l’ispirazione che ha guidato Moody a quello speciale stato di grazia. Lo penso anch’io. Con La più lucente corona d’angeli in cielo Moody ha inventato il sequel di Pasto Nudo di William Burroughs, l’archetipo di un’entropia che coniuga l’umano col disumano, l’incubo con la rassegnazione.