Il 14 maggio 2016, l’amico, poeta e bibliotecario Antonio Morelli, rispose al mio domandone, per iscritto, non usava il pc. Antonio Morelli è scomparso il 15 marzo 2019. Con questa intervista vorrei ricordarlo. Altre parole da parte mia non saprebbero che direzione prendere. Il suo posto, per ora, in me è un vasto silenzio di luce ove riposa il suo sorriso e la sua sincera umanità.
…
Dove scrivi, quando scrivi, dove cammini quando ti riposi?
Scrivo in qualunque posto mi capiti. Non ho un luogo prediletto. Scrivo in qualsiasi momento della giornata, e, di notte – pure disteso –: devo confessare che il testo che vado vergando, è quello che più mi soddisfa e confà. Quando mi riposo cammino nella mia interiorità.
In quale città o paese è nato il tuo ultimo libro, in che stanza, in che bar?
Il mio ultimo libro è nato in parte a Empoli, in parte a Calenzano (presso Prato), in parte a Cellole (Pieve di Cellole presso San Gimignano).
È nato nelle mie stanze, nelle stanze di amici, nelle stanze di monaci, pur’essi amici.
Sei mancino o destrorso?
Se ho capito bene la domanda, sono “destrorso”.
Passeggi? In bici, in auto, osservi alberi?
Talvolta passeggio. Talvolta in bici. Osservo alberi e fiori, soprattutto gli ultimi.
Scruti cornicioni, affondi lo sguardo nel cielo, segui le onde del suono e dell’acqua?
Scruto, ma non direi soltanto i cornicioni. Il cielo lo guardo e talvolta lo ammiro. I suoni non li ascolto con attenzione: sono per lo più distratto, forse dalla mia interiorità. L’acqua la seguo con lo sguardo (forse mi ci perdo).
Quali sono i rumori della città e quali i silenzi delle vaste campagne?
I rumori della città che più accuso, quello delle automobili, del treno; quelli che mi allietano, il brusio della gente; i passanti. I silenzi delle vaste campagne sono i prati verdi e intonsi, le radure.
Fumi? Bevi?
Non fumo. Non bevo.
Quanto pesi?
Non so quanto peso: l’ultima volta – 25 anni fa – mi sono spaventato!!!
Scrivi dopo cena, prima di pranzo? Quando?
Scrivo in qualsiasi momento. Pure quando vado in bici, o quando mi corico: ore che sono le più fruttuose.
La tua è scrittura di spostamento, di stasi, di spazio, del corpo?
La mia scrittura è itinerante.