Una delle grandi novità della quarta edizione di Book Pride – Fiera Nazionale dell’Editoria Indipendente – è stata la presenza delle riviste letterarie indipendenti italiane. Presenza che si è fatta sentire fin dal primo appuntamento, quello di Riviste IN FESTA – BookPride OFF, organizzato presso la libreria Verso Libri, prima dell’apertura ufficiale della rassegna. Coordinati da Alessandro Beretta, Dario De Cristofaro (Effe – Periodico di Altre Narratività), Martin Hofer e Bernardo Anichini (L’inquieto), Francesco Sparacino (Colla – Una rivista letteraria in crisi) e Matteo B Bianchi (‘tina) hanno parlato di cosa significa oggi avere una rivista letteraria.
“Vedere un pubblico così numeroso e attento mi è sembrato un segno di buon auspicio per tutta Book Pride” ha detto Giorgio Vasta, direttore creativo della rassegna letteraria.
Durante la tre giorni del Book Pride (23 al 25 marzo 2018), ci sono stati diversi eventi dedicati alle riviste: Sabato 24 Marzo si è partiti con il “RIVISTE SPEED DATE” durante il quale ogni scrittore esordiente poteva entrare in contatto col mondo delle riviste letterarie, proponendo i propri racconti ai redattori di Colla, Effe, L’Inquieto, The FLR e ‘tina. Domenica pomeriggio è stata poi la volta di “RIVISTE IN FESTA. ITALIA VS. USA” Con Francesco Guglieri (moderatore) Sara Reggiani (Black Coffee edizioni che ha pubblicato da poco la rivista americana Freeman’s), Matteo B. Bianchi (‘tina) e le autrici Eleonora Caruso e Giuliana Altamura durante il quale si è discusso su cosa vuol dire pubblicare una rivista letteraria in Italia e le differenze – nell’approccio, nei metodi, nelle difficoltà che si incontrano – nel compiere la stessa impresa nel mercato editoriale americano.
Quando ho chiesto a Giorgio Vasta come mai avesse voluto dare così tanto spazio alle riviste indipendenti lui ha risposto dicendo che ha cercato di “portare al suo primo BookPride quello che accade nel mondo letterario, e che le riviste indipendenti italiane sono una realtà presente, interessante e ben distinta”. Vasta ha proseguito ricordando che “il rapporto tra scrittura e riviste letterarie è fisiologicamente legato al contesto letterario, è un processo naturale e non eccezionale. I miei primi lavori sono stati proprio sulle riviste, su due riviste che purtroppo non ci sono più: Con gli occhi chiusi e Verso Dove. Ho messo a disposizione gratuitamente un banchetto per le riviste perché volevo metterle sullo stesso piano delle case editrici. Per me, le riviste hanno lo stesso ruolo delle case editrici, quindi mi sembrava giusto che non fossero sparpagliate nei vari stand, ma che si presentassero tutte assieme. L’ho fatto perché avessero una maggiore visibilità”.
La fiera milanese ha accolto le riviste ‘tina, Cadillac, L’Inquieto, the FLR – the florentine literary review, Effe – Periodico di Altre Narratività e Colla – Una rivista letteraria in crisi.
Alla domanda su quale sia stato il criterio per la selezione, Giorgio ha raccontato che “uno dei vincoli che ho avuto è che le riviste dovevano essere riviste letterarie indipendenti per essere coerenti con le caratteristiche e la linea editoriale di Book Pride. Nello specifico sono stati Alice Spano e Alessandro Gazoia a selezionare le riviste. Prendendo spunto da Il tascabile, che aveva creato un numero cartaceo lo scorso maggio, abbiamo pensato che potesse essere bello proporre alle riviste che esistono spesso solo online di realizzare un numero che fosse anche cartaceo e gratuito. Il risultato, devo dire che è stato sorprendente, perché le riviste selezionate hanno tutte un ottimo progetto anche grafico.”
Giorgio Vasta ha salutato dicendo che “Book Pride è una fiera agile, molto più leggera e poco strutturata rispetto al Salone del Libro di Torino o Più libri più liberi di Roma, e anche della stessa Tempo di Libri a Milano, e questa agilità è un elemento in comune con chi realizza le riviste. Lui e il suo team hanno lavorato seguendo un po’ il classico lavoro di chi fa riviste indipendenti: seguire quello che c’è in rete, leggere le interviste, relazionarsi con le persone, osservare quello che accade intorno e cercare di capire quello che può dare un valore aggiunto alla letteratura contemporanea”