Il 25 gennaio ricorre il primo anniversario in Egitto della “Rivoluzione contro la tortura, la povertà, la corruzione e la disoccupazione”, secondo la definizione di Wael Ghonim, il creatore di una pagina Facebook che ha svolto un ruolo di primo piano nell’organizzazione del movimento che ha rovesciato il presidente Hosni Mubarak e sciolto il suo Partito Democratico Nazionale.
Il memoir di Ghonim, “Revolution 2.0: The Power of the People Is Greater Than the People in Power” è un resoconto articolato dell’educazione dell’autore, cresciuto nella classe media, in una specie di regime draconiano e una cronaca avvincente di come una società congelata dalla paura rovescia finalmente i suoi oppressori con l’aiuto dei social network. Il termine 2.0 si riferisce a una versione migliorata di una tecnologia già esistente. Ma il titolo scelto da Ghonim non vuole affermare che Internet sia la rivoluzione migliore, solo che è uno straordinario strumento per eludere il controllo del potere sui media. In realtà, Ghonim dichiara senza mezzi termini che “la storia è fatta per le strade, non su Internet”.
(Susanne Pari, The San Francisco Chronicle, 18 gennaio 2012)