I fiori hanno sempre ragione, romanzo d’esordio di Roberta Schira per Garzanti, è un libro al femminile che ha come protagonista Eleonora, una chef rinomata che gestisce un ristorante sulla Darsena, in quella Milano che non si ferma mai ed è sempre alla rincorsa di nuovi talenti, anche della ristorazione. Eleonora ha una sensibilità olfattiva unica che le è di grandissimo aiuto non solo nell’attività lavorativa ma le è indispensabile per vivere: lei infatti il mondo lo ha conosciuto e assimilato attraverso odori e sapori che le hanno permesso di classificare tutto ciò che è all’esterno di lei. Ha sempre riconosciuto le persone attraverso l’odore che, inconsapevolmente, esse emanavano tantoché è proprio attraverso questa analisi olfattiva istintiva che è in grado di identificare le sfumature del bene e quelle del male nel mondo circostante A causa di una brutta caduta, però, perderà totalmente gusto e olfatto e si troverà catapultata in una dimensione del tutto sconosciuta e che farà saltare tutte le sue difese perché, consapevole della sua unicità, il suo mondo interiore si è forgiato basandosi esclusivamente sulla sua sensorialità. Rinunciare a questa sua caratteristica, è toglierle una parte essenziale della sua personalità, è lanciarla oltre il suo perimetro fisico mettendo inequivocabilmente alla prova il suo spirito di sopravvivenza.
Ecco quindi il trampolino che la trama offre per lanciarci nel nucleo pulsante del romanzo, quello caldo e forse più amato dall’autrice, ossia focalizzare l’attenzione del lettore sulla forza ancestrale del femminile quando diventa accoglimento, comprensione, dolcezza e ascolto, di sé e dell’altro. Quando diventa la rappresentazione della saggezza di vetuste radici, non solo familiari ma di intere generazioni. E il vigore (e rigore) di questo ruolo è personificato dalla coprotagonista Ernesta, nonna di Eleonora, che, attraverso la magia, l’incanto e deliziose ricette culinarie arriva a mostrare la forza energetica degli archetipi femminili.
Ci immergiamo in una favola moderna dove, nonostante nella trama venga anche raccontata la perdita di persone care, non è il dolore per il lutto su cui si vuole far leva per coinvolgere la platea ma, all’opposto, viene manifestata la visione mistica della circolarità dell’esistenza, il perpetuarsi del cammino di ciascun essere vivente dove a ogni morte, sia essa fisica o spirituale, si accompagna incondizionatamente un nuovo risveglio, una rinascita della propria interiorità. Qui, la dipartita di nonna Ernesta è necessaria affinché Eleonora possa scoprire il Mondo Nuovo e affinché si possa instillare goccia a goccia nel suo animo e nel suo cuore una nuova saggezza: “Noi che siamo un po’ streghe e un po’ fate, un po’ sante e un po’ trasgressive, un po’ sagge e un po’ folli: solo accettando tutti questi pezzetti dentro di noi, troveremo quell’interezza, quell’accettarci intere.” È un mondo che, affidandosi all’immaginario, ha profonda fiducia nel prodigio che sa stupire: “(..) io e te non abbiamo mai pensato che l’impossibile non possa avversarsi”.
La Schira desidera raccontarci la donna – o meglio le donne – la cui consapevolezza di sé deve affondare in profondità le proprie fondamenta nell’ascolto degli anziani e nella conoscenza delle proprie origini. Permetterà così a nonna Ernesta di condividere parole che sono vere perle di saggezza, di un femminile che è pienamente centrato in sé e si è realizzato, che ha interiorizzato il male che spesso accade ma che ha scelto di vivere appieno la propria vita nel bene e di avere un ruolo nel mondo, ben conscia che: “La sfida più grande è capire che ci fai qui.”
Con una trama del tutto originale, i sensi del lettore vengono fortemente stimolati attraverso i colori della natura e gli aromi che provengono dalla cucina, tanto che questo romanzo lo si annusa, lo si assapora e infine lo si metabolizza. Sognando. Sì perché I fiori hanno sempre ragione, ha una ritmo intenso che fa adagiare il lettore su una piuma e lo fa volteggiare tra fragranze e profumi, rincuorandolo, coccolandolo. Proteggendolo.
Chiara Gilardi