Italo Svevo diffidava dalla pratica psicanalitica come possibilità di guarigione, ma riteneva che rappresentasse, per la letteratura, una fucina infinita di possibilità.
Lo stesso potremmo dire degli dei. Quante storie si sono intrecciate intorno alle loro figure antropomorfe, sviluppando la trama dei loro vizi, le loro cadute, le ingiustizie, i capricci, che gli uomini dovevano sopportare. Cosa sarebbero state le opere di Omero, di Virgilio, se avessero obbedito a un dio monoteista, invisibile e senza volto.
Per questo si è tornato, non spesso, a parlare di loro, a riflettere sulla loro caduta. Lo ha fatto, mirabilmente, Jean Ray in Malpertuis, ipotizzando, assai prima di Neil Gaiman (il quale negò di aver mai sentito parlare del grande scrittore belga e, soprattutto, del film di Orson Welles proprio tratto da Malpertuis, immaginando di potersi così sottrarre, non tanto all’accusa di plagio che in letteratura lascia il tempo che trova, ma alla possibilità che l’intuizione che gli dei, se non creduti, perdessero forza restando umani, non fosse, del tutto, sua.)
Vanità, diremmo per Gaiman, attitudine alla menzogna più infantile, tutte deprecabili “virtù” che anche Rosalba Campra, nel suo Minima Mitologica, raccolta di micro finzioni, di racconti piccoli, di ritratti e ricordi, edito da Edicola Ediciones, attribuisce alle antiche divinità.
Rosalba Campra è una scrittrice argentina. Ha insegnato letteratura ispanoamericana all’Università Sapienza di Roma. Tradotta in diverse lingue, ha curato il primo “Meridiano” su Garcia Marquez.
Minima Mitologica è una piccola antologia che racchiude diversi racconti a tema unico. Oggetto della sua ricerca: gli dei.
Gli dei greci, latini, indiani, le divinità della tradizione latinoamericana.
Rosalba Campra spoglia le sue divinità e le racconta senza malinconia.
…ormai, scrive, è da tempo che gli dei non si fanno più vedere…
Nel racconto Intrusioni, racconta di un tè “divino”. Un banchetto delle cinque allo stesso tavolo di Anubi, di Kali, di Bastet.
Chi mai desidererebbe, racconta la Campra, servirsi allo stesso vassoio della Coatlicue degli aztechi, con la sua fetida veste fatta di mani mozzate, la sua collana di teschi e quella linguetta saettante tra le zanne della sua doppia testa di serpente?
Cosmogonia; Gesta; Reminiscenze; Tempi postremi, le sezioni interne di questa antologia. Ottanta pagine di un’edizione molto curata, che si legge in un viaggio in treno. Sono racconti che a volte assomigliano a poesie, quelle poesie prosaiche che, spesso, troviamo in quell’olimpo florido e sinistro, ammaliante come un sortilegio, che è la letteratura latinoamericana.
Pierangelo Consoli
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Rosalba Campra, Minima Mitologica, Edicola Ediciones 2024, Pp. 80, Euro 14