“Scrivere di donne è un atto politico”
(Grace Paley)
Rossana Campo ha scritto un romanzo in cui le donne splendono.
Soprattutto le lesbiche. Creature affascinanti, ancora oggi emarginate e, spesso, ancora ripudiate dalle famiglie di origine, nonostante le manifestazioni, le lotte, i media, i pochi film in circolazione.
Lo sfondo è una Parigi vibrante e ben descritta, seppur con un alone di visionarietà; somiglia ad una di quelle palle di cristallo con la neve che si possono ammirare solo nei film di Frank Capra.
L’io narrante, Patrizia (detta Pat), è una persona autentica – a volte grezza, altre poetica – con una visione del mondo lucida e personale, scaturita dal suo vissuto di abbandoni: quello della madre, in tenera età, e quello adolescenziale del suo primo, mai dimenticato amore, Linda. Con una sosta in un ospedale psichiatrico, come ulteriore tassello di conoscenza.
Pat ha sempre fatto la barista: “ Qui da Henry ho visto passare la crème de la crème di Pigalle, i trans e le puttane, gli scoppiati e gli spacciatori, i tossici e i turisti. Anime allegre e disperate, anime gioiose, rassegnate e tenaci, anime che hanno smesso da un pezzo di preoccuparsi delle aspettative e del giudizio del mondo”. È anche una piccola sciamana abusiva che ha aiutato molte persone. Ma un giorno il bar in cui lavora chiude.
È qui che entrano in scena le amiche di Pat. Insieme creano un bizzarro gruppo di lettura – “Chiennes Savantes” – all’interno del quale ognuna racconta la propria storia con un desiderio sfrenato di conoscersi, litigare, confrontarsi, spesso attraverso la lettura di libri. A patto che siano scritti da donne. Manu aiuta Pat e le offre un lavoro, in linea con il mantra che accomuna Lilly, Alice, Yumiko e Sandra: “Io parlo, io lotto, io sono”.
Il romanzo è costituito dal presente e dai flash back magistralmente intrecciati. Lo stile è un mega-pop, che somiglia ai jeans strappati con una spruzzata di “Folavril” di Annick Goutal.
Non mancano le avventure amorose- sessuali di Pat, narrate dalla Campo con autentica carica erotica, visiva.
“La ginecologia occidentale è nata sul massacro delle antiche guaritrici, i medici maschi hanno preso il controllo sul corpo delle donne e sui cicli femminili per mantenere il potere e la divisione in caste sessuali, da una parte le giovani che devono attrarre gli uomini per procreare, dall’alltra le donne non più fertili che vanno messe al bando”, dice Sandra.
La menopausa è il contrario del tabù, in questa storia: le ragazze ci parlano con delicatezza e schiettezza, insegnandoci cose che non tutti sappiamo.
Almeno per me è stato così: una scoperta e un sollievo.
Il tema delle donne inadeguate, imperfette, giovani e non giovani, è stato affrontato in mille modi ma, a mio parere, raramente attraverso la semplicità e l’arguzia di Rossana Campo.
Quando finirete il libro proverete quel brivido di stanchezza adolescenziale che scaturisce dai viaggi e dalle esperienze che si fanno attraverso gli incontri – parola ricorrente e amata da queste ragazze.
Il finale aperto, poi, preceduto da un grande colpo di scena, è per me sempre una meraviglia.
Pat è la nuova “Fanny” di Erica Young?