Salvatore Silvano Nigro nella sezione Narrativa con “Il Principe fulvo” (Sellerio) – saggio sulla vita e le opere di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che si legge come un racconto – e Gilberto Isella con “Mappe in controluce” (Book Editore) per la Poesia, sono i vincitori del Premio “Giuseppe Dessì” 2012. I loro nomi vanno ad affiancarsi a quello di Mogol, al quale è andato il Premio speciale della giuria. Affidata alla conduzione della giornalista Paola Saluzzi, la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori si è ieri sera a Villacidro. Insieme con il riconoscimento, i vincitori si portano a casa cinquemila euro, mentre gli altri finalisti – Edoardo Albinati con “Vita e morte di un ingegnere” (edito da Mondadori) e Sandro Bonvissuto con “Dentro” (Einaudi) nella Narrativa; Alessandro Ceni con “Parlare chiuso: tutte le poesie” (Puntoacapo Editrice) e Fabrizio Bajec con “Entrare nel vuoto” (Con-Fine Editore) nella Poesia – si aggiudicano millecinquecento euro ciascuno.
La cerimonia di ieri ha chiuso una settimana che ha ospitato dibattiti, spettacoli, proiezioni e mostre. Molto partecipato, sabato, l’incontro con Milena Vukotic. Zazzera rossa, occhi enormi, spalancati sul mondo, naso sottile, Vukotic sembra uscita dalle matite di Sto, Sergio Tofano, quello del teatro all’antica italiana. L’attrice ha raccontato con pochi tratti, cinquant’anni di carriera trascorsi tra cinema, teatro e televisione. Vissuti oggi con l’entusiasmo di sempre perché “Bisogna mantenere il senso del gioco, – ha spiegato – trovare il sé dell’infanzia, quando si riesce ad essere puro sogno, e svilupparlo senza troppe sovrastrutture”. Sul piccolo palcoscenico nel cortile di casa Dessì, ad affiancare Milena Vukotic, un biografo eccellente per una altrettanto eccellente cronologia, densa di film e incontri (Bunuel, Fellini, Tarkosvski, Visconti, Lattuada Risi, Monicelli, la Wermuller), il marito Alfredo Baldi, produttore e critico cinematografico, per anni direttore del Centro di cinematografia.
Figlia di un coreografo montenegrino e di una compositrice allieva di Respighi, Milena Vukotic esordisce a Parigi come danzatrice, ma dopo aver visto “La strada” di Fellini, “Soggiogata, sono tornata a Roma e ho tentato di incontralo. E lui che mi ha istradata e da lì è venuto tutto il resto”. Il primo film importante è “Il giovedì” di Dino Risi, 1963. “Il cinema degli anni Sessanta, il più grande che abbiamo avuto, il più premiato e il più visto nel mondo. – spiega Alfredo Baldi – Si vendevano allora 500 milioni di biglietti, significa che ogni italiano andava al cinema undici volte l’anno. Oggi la percentuale è di una volta e mezzo all’anno”. Anche la televisione allora era un’altra: l’incontro con Lina Wertmuller avviene sul set di Giamburrasca “Ero appena arrivata a trovare mio padre a Belgrado quando mi chiamano al telefono. ‘Sa cantare? Mi canti qualcosa’ mi chiede la regista. Io sono musicale, ho studiato al conservatorio, ma saper cantare per me significa altro, un’audizione preferisco farla dal vivo. Sono rientrata subito a Roma, e la Wertmuller mi ha ricevuto a casa sua con Nino Rota al pianoforte, per provare le canzoncine dello sceneggiato. I costumi erano quelli originali di fine Ottocento di Piero Tosi e veniva a controllare lui personalmente che non fossimo troppo truccate, per paura di macchiarli”.
La Vukotic ricorda anche Il mondo di Alice. Primo chroma key italiano prodotto nel 1974 per una televisione ancora in bianco e nero, con scenografie di Lele Luzzati e musiche di Bachalov. Nel ricordo della Vukotic Luis Bunuel è un uomo di grande rigore ma con un grande senso dell’umorismo e la voglia di fare scherzi. E grande cultore del regista spagnolo è anche Paolo Villaggio, che ha reso popolare l’attrice nella serie di Fantozzi. “Quando mi ha chiamato mi hanno subito chiesto se fossi disposta a imbruttirmi, a diventare una sorta di caricatura. Così ho scoperto un mondo clownesco, pieno di fascino”. Alla domanda di Riccardo Sgualdini su cosa resterà di quel cinema Baldi risponde “La vita dei travet e la piccola borghesia che sognava di fare le vacanze senza riuscirci, uno spaccato della società”. A teatro la Vukotic ha esordito con Paolo Stoppa e Rina Morelli, ha lavorato con Strehler e Zeffirelli, e ora prepara “C come Chanel” che sarà in Sardegna nel marzo del 2013.
Ma la vera notorietà, quella della gente che ti ferma per strada, è monopolio della televisione “Nei primi tempi – dice il marito – ti chiamavano Pina, ora per tutti sei Nonna Enrica”, quella di “Un medico in famiglia”.
Fonte: La nuona Sardegna