Quello del libro è un mondo che sembra aver iniziato un percorso di grandi e profonde trasformazioni, ed è oggi che si gioca il suo futuro. Con l’incognita – recentemente messa in evidenza da Robert Darnton nel suo Il futuro del libro – tra democratizzazione della conoscenza e minaccia per il mercato. Con Mariagrazia Mazzitelli, direttore editoriale di una storica casa editrice come Salani (Gruppo GeMS), incominciamo un’esplorazione dello scenario “libresco” nostrano grazie al punto di vista privilegiato di chi supervisiona e dirige le scelte della casa editrice.
Si percepisce “smarrimento” nell’editoria italiana. Siamo in una fase di pericolosa confusione? Da che parte stiamo andando?
Insieme a quella internazionale, l’editoria italiana sta attraversando un momento di grandissimi cambiamenti. L’arrivo degli ebook, Amazon, la scomparsa delle librerie, l’affermazione del self publishing, la nuova legislazione sugli sconti, i giga bestseller, il cambiamento della figura dell’editore ecc. ecc. : è sicuramente un periodo impegnativo per noi che lavoriamo nel campo e che abbiamo cominciato in altri anni, quando il settore aveva dei suoi canoni ben più stabilizzati. Ora bisogna adeguarsi, trasformarsi, essere pronti al cambiamento continuo, studiare e imparare, essere più curiosi di sempre per capire cosa sono i nuovi contenuti, i meccanismi della nuova comunicazione, i nuovi bisogni del pubblico. Ma è un momento bellissimo e pieno di futuro, è una fortuna lavorare in questi anni di passaggio, una grande sfida.
Dobbiamo “temere” i gusti del grande pubblico, che finiscono per “condizionare” le case editrici?
Non vedo cambiamenti significativi nei gusti del pubblico in questo momento sia per quello che riguarda la letteratura per adulti che per ragazzi: mi colpisce e gioisco dell’affermazione di scrittori come Murakami o Espinosa che sono capaci di mescolare reale e immaginario in modo tale da rendere i loro mondi necessari e mi rallegro per una maggiore attenzione verso la saggistica in quest’ultimo anno.
Salani rimane una realtà storica particolarmente solida…
Nel 2012 Salani festeggerà i suoi 150 anni: è una ricorrenza unica per noi e molti saranno i libri importanti per sottolineare l’avvenimento e la vocazione di una casa editrice che ha da sempre pubblicato libri per tutte le età e per pubblici diversi, e che si distingue oggi per creatività, qualità e per spirito giovanile. L’anno in qualche modo è già iniziato con la pubblicazione dell’Inferno di Dante con le illustrazioni di Dalì: abbiamo ripreso la più straordinaria delle pubblicazioni nella storia della casa editrice ma attualizzandola nella veste grafica. Il risultato è un’opera assolutamente contemporanea e solare, facendo riferimento appunto ai voleri di Dalì stesso, come riportato nella sua autobiografia. Questa solarità, che identifico come una delle caratteristica della Salani, diventerà anche lo slogan dei 150 anni: Più felici con un libro. Cosa ci può essere di meglio?
Cosa ha proposto di interessante l’ultima Buchmesse di Francoforte? Da dove arrivano i segnali più interessanti?
La scorsa Fiera di Francoforte è stata, per quanto mi riguarda, abbastanza particolare: l’attraversare un periodo di crisi economica forse ha dato un tono alla Buchmesse che definirei affettuoso e familiare, meno “business oriented”. È stato molto piacevole ritrovarsi agli appuntamenti. Questo non ci ha impedito di fare delle acquisizioni importanti dalla Francia, Finlandia, Spagna e Sud America, Stati Uniti: quattro bellissimi romanzi, molto diversi tra loro e una serie per ragazzi, che spesso ci siamo contesi con gli altri editori italiani e che speriamo di saper lanciare con la giusta comunicazione nei prossimi mesi.
Quali sono stati i libri che l’hanno conquistata da lettrice ma che promuoverebbe come addetto ai lavori?
Molti, ma tra quelli che ricordo e che non sono pubblicati da Salani, sicuramente Storia d’amore vera e supertriste di Gary Shteyngart, scrittore geniale nello stile e nelle invenzioni. Dopo Absurdistan, Shteyngart si conferma come una delle voci più originali del panorama internazionale. È uno dei migliori scrittori under 40 americani, ma è un ebreo russo nato a San Pietroburgo e da lì ha portato e fuso dentro di sé tutta la grande letteratura dell’est Europa. Mi viene poi alla mente La notte sarà calma di Romain Gary: sono una fan di questo scrittore magnifico, la sua prosa è come acqua che scorre e tu sei lì dentro. La sua ricchezza e la sua grandezza (e forse sono le stesse caratteristiche che ritrovo in Shteyngart) sono legate all’immaginazione linguistica, al dominio di più lingue e di più culture. Non posso dimenticare infine Il bene sia con voi! di Vasilij Grossman: dopo Vita e destino, un monumento della letteratura del Novecento, il tema centrale dello scrittore, la domanda più importante della storia – “che cos’è la bontà umana”- si snoda attraverso una serie di racconti indimenticabili: leggere “La Madonna Sistina” e “Riposo eterno” mi bastano per dare una misura di quanto la letteratura mi è davvero indispensabile.