Tra le 60 mila novità librarie che ogni anno invadono le librerie italiane c’è una quota fissa di prodotti confezionati ad arte, figli del marketing e degli investimenti più sostanziosi da parte delle case editrici: i “libropanettoni” (non ci sono solo i cinepanettoni e le vacanze sulla neve del grande schermo). Gli staff editoriali li programmano a tavolino, li “collocano” nel periodo dell’anno più favorevole (Natele, vacanze estive…), pronti prima ancora di andare in vetrina a prendersi un posto d’alta quota nelle classifiche di lettura. La ricetta è unica: autore di spicco, meglio se televisivo, che piace un po’ a tutti; accattivante fascetta di copertina che preannuncia già il successo clamoroso del libro o il clamoroso successo in qualche altro paese (se non è di un autore italiano); accorti passaggi televisivi dello scrivente/scrittore in trasmissioni a share assicurato. Trionfano libri di ricette, romanzi fantahorror, la saggezza simpatica di Fabio Volo, qualche giallo scandinavo. A farla breve, questi “libropanettoni” sono quelli che – a colpi di copertina – conquisteranno il maggiore spazio commerciale e mediatico. E gli altri? Stanno a guardare. Sì, perché in un mercato povero di risorse come quello nostrano riuscire a vendere poche centinaia di copie di un buon libro è un’impresa sempre più faticosa.
Che stia ai lettori, allora, incominciare a cambiare direzione, a fare delle scelte, a distinguere, pur riconoscendo il diritto sacrosanto di leggere ciò che si preferisce? È così difficile trovare in quelle 60 mila novità qualcosa di meglio di Paulo Coelho? Il vero problema è che, ormai, i libropanettoni li pubblicano tutto l’anno. Che ne dite?
Paolo Melissi
