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Se gli scrittori italiani odiano il giallo.

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Il “giallo”, in quest’articolo di Mauro Novelli, non è da intendersi come genere letterario, bensì come “il cinese”: Novelli fa un bell’excursus sulla letteratura italiana che ha come protagonista la Cina e la crescente l’incidenza che questo paese – sempre più ingombrante – ha in Italia.
Citando un incredibile racconto di Jack London scritto un secolo fa intitolato “L’invasione della Cina” e ambientato in un futuribile 1976, Novelli raccorda “Storia della mia gente” di Edoardo Nesi (Bompiani) e i suoi cinesi che sbaragliano l’impresa di famiglia del protagonista a “Musi gialli” di Fabio Giovannini (Nuovi equilibri) in cui il dragone a quattro teste si oppone al resto del mondo con le sue quattro armi: economica, demografica, militare e culturale. Novelli cita Tommaso Pincio con “Cinacittà” (Einaudi) e la sua “masnada di cinesi sputacchianti” che vive a Roma e Antonio Scurati con “Seconda mezzanotte” (Bompiani) in cui “i cinesi sono signori perversi che si dividono tra sfarzi, bordelli, sangue e spettacoli” a Venezia.
(Mauro Novelli, Saturno pag 1, 6-1-2012)

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