“Mi ricordo di te” di Sergio Badino, con disegni di Ilaria Urbinati, edito da Giunti, è un albo illustrato davvero speciale che ha fatto commuovere mio padre, che è un nonno attento e pieno di cure, come quello che riempie queste pagine e che mostra alla sua nipotina “il modo in cui il vento spettina le foglie” o “i luoghi segreti in cui le galline , a volte, nascondono le loro uova”.
“Mi ricordo di te” è un racconto intenso di un legame tra un nonno e la sua nipotina, sul modo in cui i nonni raccontano la vita, sulle strade che fanno insieme noi, sul modo in cui ci piace parlargli e stringergli forte la mano ed osservarli, come scriveva Ray Bradbury, “come scriccioli su un filo”. I nonni non hanno mai portato i nostri vestiti, non sono mai stati giovani, hanno l’età che hanno da sempre. Ci insegnano cose, camminano con dei bastoni da stregone, cappelli da mago ed un odore di storie e bauli antichi.
Questo albo mi ha fatto tornare alla mente molti ricordi e sono certo che accadrà anche a voi.
La prima volta che mi accorsi cosa fosse il fantastico e la magia fu guardando mia nonna annusare l’aria soppesandone l’umidità. Fare un gesto con la mano, muovere qualcosa dalla tasca ed organizzare davanti al suo ampio grembiule una tavola di legno dalle infinite venature.
Da un cesto di viburno intrecciato scegliere ad una ad una le patate colte sotto non so quale quarto di luna ed iniziare a versare, ad aggiustare di sale e grattare quella pietruzza odorosa di noce moscata che proprio non riuscivo ad immaginare dove crescesse o dentro quale scatola misteriosa l’avesse tenuta nascosta.
Impastare le uova con quella purea che aveva setacciato ancora un poco fumante sotto i miei occhi.
E su quel tavolo che è ancora lì nella casa dei miei genitori accostato al camino sotto quella luce che è sempre la stessa specialmente nelle domeniche d’inverno, io vedevo creare degli gnocchi di pasta dove prima non c’era nulla ed annusavo anche io l’aria e mi sembrava che quegli sbuffi di farina che mia nonna agitava con uno schiocco delle dita fossero bianchi anelli di magia e che se c’era una scintilla, essa era nelle sue mani.
I nonni hanno un loro linguaggio, hanno una voce di mistero potente e rassicurante, una luce particolare negli occhi e quando si avvicinano, emanano un calore persistente e quando se ne vanno, quando se ne vanno per sempre, la loro magia resta, come i loro occhiali in un cassetto o il loro libro di ricette, o il ditale d’oro in un mare di bottoni e su tutto i loro sguardi ed i loro insegnamenti.
Edoardo M. Rizzoli
di Sergio Badino
illustrazioni Ilaria Urbinati
ed. Giunti