«Quando scende la notte spengo la luce»
Jack Ketchum, C’è un gorilla nella mia stanza
«Quando Thornton si chinò per toccarlo, l’occhio buono dell’uomo si aprì. “Dov’è la mia famiglia?” sussurrò».
Dareen Speegle
A volte le lezioni provengono da fonti disparate. Vi prego di tenere a mente questa frase. Ci torneremo tra poco.
Credo che i racconti siano un ottimo modo per affrontare qualcosa che inizia davvero a starci stretto, ma che è fondamentale difendere: stare a casa.
Questa difesa la possiamo fare a modo nostro, allargando, per così dire, lo sguardo in qualche abisso poiché, vi assicuro, che certe possibilità dell’immaginazione sono le più adatte a fissare e a comprendere le dinamiche della vita sociale nelle loro realtà assolute.
Le ventitré storie del terrore e suspense contenute in Shivers (a cura di Richard Chizmar con prefazione di Stefano Fantelli), dei cattivi ragazzi della Cut-up Publishing, fanno davvero al caso nostro. Troverete una storia sulla guerra del Vietnam, una storia molto singolare evidentemente, dal titolo la Squadra D, scritta da Stephen King e pubblicata per la prima volta in italiano, immergerete poi i vostri occhi nella narrativa horror grazie ad autori come Jack Ketchum, Richard Christian Matheson (figlio del grande scrittore e sceneggiatore Richard Matheson), Kealan Patrick Burke, Bev Vincent e molti altri.
Ora dalle isole dei vostri letti, come scriveva Dylan Thomas, o dalla confortevole atmosfera della vostra abitazione, vi sembrerà, dopo aver letto questa selezione, di avvertire che qualcosa di sottile, di infinitamente raro e sfuggevole nonché pericoloso, possa in qualche modo aver aperto la porta della vostra camera, aver smosso le tende o premuto dall’altra parte del muro. Qualcosa insomma che si è introdotto nella mente, in modo inaspettato e che a volte contempla un grande spargimento di sangue e dei buchi sui muri.
Quando calerà la notte e la strada appena visibile dalla vostra finestra si perderà nel buio di qualche cespuglio o in quello spazio così poco battuto tra due macchine parcheggiate, allora vi guarderete intorno ed inizierete ad avere paura. Non vi sentirete più al sicuro nella vostra stanza, vi toglierete la mascherina e il vostro respiro si farà più pesante.
A pagina 80 avrete da affrontare qualcosa di inatteso che pure giace da sempre nel vostro intimo. Jack Ketchum in pochi metri, come in poche righe, ci porta in mezzo all’inquietudine e al terrore. Un gorilla è nella camera di fronte a voi: «ricordo il mio primo gatto che aveva sei settimane di vita e il cui orecchio era sottile come le mie unghie e la cui testa avrei potuto schiacciare in un’unica decisa stretta, ma che invece abbracciavo».
A volte dicevo, le lezioni provengono da fonti disparate. «I rilegatori di libri usano l’alcool vinilico come loro adesivo preferito. È una meravigliosa miscela sintetica con una buona resistenza ed una rapida aderenza. Non è, tuttavia, il migliore. La società spesso oscura la qualità attraverso l’incapacità di affrontare certe verità. Sono caldi, corpi viventi che legano la realtà in un tessuto solido di carne calda, sinapsi lampeggianti e ossa». (Da Il racconto di Lucien di David Niall Wilson)
Le possibilità della vita stanno tutte nella nostra mente. Siamo capaci di sopportare e di adattarci, questo ci ha reso più forti.
Anche Victor Hugo ha immesso nei suoi romanzi due tipi straordinari, l’antropofago e l’obi; voi, come me, potete sicuramente continuare a immaginare creature irrazionali in fisionomie prese dal vivo. Ed è questa la cifra della raccolta. Le cose orribili possono succedere. I cattivi sono accanto a noi e ci saranno per sempre.
«Sono dei mostri, – scriveva Charles Nodier – ma sono dei tipi e sotto la penna di un grande scrittore tutti i tipi diventano delle esistenze».
Note:
L’antropofago è colui che si ciba di carne umana. In Han d’Islanda, romanzo di Victor Hugo del 1823, il protagonista, sorta di mostro di Frankenstein e prefigurazione di Quasimodo, vive in compagnia di un Orso e si disseta di sangue umano in un teschio. Il romanzo cupo e frenetico riprende temi e motivi del romanticismo di derivazione inglese.
L’Obi è uno stregone dell’Africa Centrale, che compiva malefici e riti di varia magia. In Bug-Jargal Victor Hugo ne fa riferimento in una nota al volume. Lo stesso riferimento farà Théophile Gautier nella prefazione a Madamigella di Maupin.
Più tardi anche Charles Baudelaire ne i Fiori del Male scriverà: «Oeuvre de quelque obi, le Faust de la savane» (Opera di un obi, il Faust della Savana).
Edoardo M. Rizzoli
Recensione a Shivers. 23 storie agghiaccianti di suspense e terrore, a cura di Richard Chizmar, Cut up Publishing, prefazione di Stefano Fantelli, traduzione Daniela Capriotti, 2019, pagg. 338, euro 18,90.