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Silas House anteprima. Il punto più a sud

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Un’esperienza traumatica: “Asher vide crollare i muri di mattoni di una casa e poi il tetto scaraventato sul Cumberland, che si faceva sempre più largo mentre due uomini osservavano la scena da un’altura. Sapeva che quella casa era stata costruita solo di recente da un cantautore di Nashville. Ci viveva da meno di due mesi, e adesso la casa non c’era più. Asher continuò a guidare. Doveva tornare indietro per accertarsi che la sua casa fosse ancora al di sopra della linea dell’acqua, per sincerarsi che Justin stesse bene”.

L’odore della piena: “Il mondo aveva ancora l’odore dell’inondazione, il tanfo di bestiame putrefatto, di fango granuloso e di alberi dall’interno giallo e contorto. Passarono davanti a una fila di fondamenta dove prima c’erano delle case. Una schiera di camion bianchi della protezione civile, un vecchio furgone appollaiato tra i rami ritorti di una magnolia le cui foglie erano state strappate dalla piena”.

L’idea di cambiare: «Per tutta la vita ho cercato di essere un brav’uomo» dice Asher. «Ho cercato di seguire tutte le regole e di fare le cose come da manuale. Ma questo mi ha fatto diventare una persona più dura invece che una persona migliore. Non è questo il modo di vivere, figliolo».

È in libreria dal 12 luglio Il punto più a sud di Silas House (Jimenez Edizioni, pp. 304, € 19, con traduzione di Gianluca Testani).

Silas House è Autore di sette romanzi, tra cui L’ascesa di Lark (Jimenez, 2023), un libro di saggistica creativa e tre opere teatrali. I suoi scritti sono stati pubblicati su New York Times, Atlantic, Advocate, Time e altre riviste. Dal 2023 è “poeta laureato” del Kentucky.

Il giorno dopo una devastante alluvione che distrugge gran parte di una piccola cittadina del Tennessee, il predicatore evangelico Asher Sharp decide di offrire ospitalità a due uomini gay. Questo gesto lo porta a riconsiderare la sua vita, rischiando di perdere tutto: la moglie, saldamente ancorata alle sue credenze religiose; la sua comunità, che lo evita dopo il suo appassionato sermone a favore della tolleranza; e suo figlio, Justin, coinvolto in una dura battaglia per l’affidamento.

Senza altra scelta, Asher prende Justin e fugge a Key West, nella speranza di ritrovare suo fratello Luke, con cui aveva rotto i rapporti anni prima quando Luke aveva fatto coming out. È proprio lì, nel punto più meridionale del paese, che Asher e Justin scoprono una nuova prospettiva sulla vita e sull’amore. In questo straordinario romanzo, carico di coraggio, passione e speranza per un mondo più inclusivo e solidale, Silas House esplora i limiti delle convinzioni personali, i danni del pregiudizio, e le conseguenze dell’amore.

House, richiamando scrittori come Rick Bass e Wendell Berry, ci offre personaggi autentici e diretti, immersi in ambientazioni naturali dettagliate con uno stile descrittivo coinvolgente che racconta la lotta di un uomo per diventare migliore.

Carlo Tortarolo

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La pioggia era caduta senza sosta per due giorni, battente e cattiva, e poi l’acqua si era alzata tutta di un colpo nel cuore della notte, un’ondata così violenta e repentina che in un primo momento Asher aveva pensato che si fosse rotta una diga da qualche parte a monte. Il terreno si era semplicemente saturato al punto da non potere più trattenere l’acqua. Tutti i ruscelli correvano verso le dorsali fino a sfociare nel Cumberland. Non c’era motivo di andarsene a letto perché tutti sapevano cosa sarebbe successo. Dovevano solo aspettare.

Il giorno albeggiò senza un filo di sole. Il cielo si era aperto a fatica passando dalla notte nera al grigio opaco e violaceo del mattino. Asher si incamminò lungo il crinale per avere un quadro completo della situazione. I notiziari non dicevano nulla di utile. Lui aveva sentito l’inondazione prima ancora di raggiungere la cresta. Lì vide il fiume già rigonfio che si ingrossava ai bordi dei campi più bassi, tre metri al di sopra degli argini, un brodo spumoso che saliva così veloce che poteva effettivamente vederne l’ascesa, e allora capì che doveva andare a prendere Zelda.

Tutti erano convinti che l’ultima inondazione fosse stata la peggiore possibile, ma in quell’occasione l’acqua non era salita così rapidamente. Attraversò con la sua Jeep due ponti accarezzati dal fiume e quando arrivò a casa di lei l’acqua stava lambendo il portico. Dovette parcheggiare sul rialzo all’inizio del vialetto e proseguire a piedi guadando l’acqua che gli arrivava alla vita e mozzava il fiato per quanto era gelida. Zelda era ferma sotto il portico come la statua di una donna anziana, tenendo stretta in braccio una pila di album di fotografie. Era tutto ciò che aveva preso.

«Vieni!» urlò Asher. Il fiume ruggiva con una tale forza che non era sicuro che lei lo avesse sentito, e lei non fece alcun cenno per fargli intendere che aveva sentito.

Ma poi Zelda fece un passo avanti e si bloccò; si capiva che era terrorizzata. Zelda era su quello stesso portico la prima volta che l’aveva incontrata. Si era alzata dalla sedia per abbracciarlo, stringendolo come sua madre non aveva fatto mai. Un altro ricordo: erano andati a sguazzare nel Cumberland nella giornata più calda dell’anno. «Per me sei come un figlio» gli aveva detto, raccogliendo con una mano la coda del suo vestito giallo per evitare che si bagnasse, e lui si era reso conto che quello era stato uno dei motivi principali per cui aveva sposato Lydia: avere una madre, ricevere un abbraccio che lo facesse sentire importante.

La melma risucchiava le gambe di Asher mentre allungava una mano per aiutare Zelda a scendere dal portico. Lottava con i piedi per non sprofondare ulteriormente. Alla fine lei allungò la mano in un silenzio rassegnato per via del rombo del fiume ingrossato. La tirò a sé e la cinse alla vita con un braccio mentre risalivano verso il punto dove aveva lasciato la Jeep. Il corpo della donna era caldo e pastoso al tatto. Affondava nel fango. Dovette prenderla in braccio per spostarla nei vari punti. L’acqua marrone schiumava intorno alle loro gambe, piena di rami e di rifiuti e di ogni sorta di detriti da schivare. La aiutò a salire sul veicolo. Le mani di lei tremavano nella sua presa.

La pioggia cadeva ancora a dirotto, sferzando il parabrezza con una violenza che Asher non aveva mai visto prima. Non aveva mai visto piovere così forte, mai, e certamente non così a lungo.

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