“Il Salto” di Silvia Ferrara (Feltrinelli, 2021 pp. 272 € 19.00) è un itinerario formativo lungo la genesi della suggestione del linguaggio artistico, svelato attraverso i temi e i simboli di una cultura millenaria. L’esecuzione letteraria dell’autrice caratterizza la scoperta d’indizi e ritratti, l’evoluzione temporale della scrittura primitiva ed enigmatica coinvolge l’appassionata interpretazione, il cammino originario afferma ogni strumento rivelativo come forma d’arte. L’autrice dimostra autentica professionalità nell’approfondire un settore in cui ogni indagine sulle tracce, sui disegni e sulle espressioni delinea lo svolgimento della civiltà. L’associazione intuitiva delle tecniche cognitive sviluppa il contesto ancestrale della capacità immaginativa, la nascita e il principio del tratto significante, la creazione dell’emblema distintivo, trasmette nelle incisioni intenzionali il segno visivo, figurativo, di riconoscimento del contenuto. Silvia Ferrara comprende, con rigorosa coerenza, la funzione pedagogica della creatività e tramanda le combinazioni delle attività umane come registrazione della decifrazione e dell’erudita dottrina per i destinatari delle generazioni future, coglie l’insegnamento della comunicazione coinvolgente e rappresentativa. Ricostruisce una metodologia temporale attraversando il sedimento delle esposizioni, riportando alla luce l’effige di ogni esplorazione dall’analisi astratta e metaforica del processo stilistico alla comprensione evidente del geometrismo delle immagini mentali, dei chiarimenti precursori nella necessità di spiritualità e di riflessione intellettiva dell’uomo sulla cognizione del mondo. “Il salto”, nelle varie definizioni dei capitoli: “Il salto in avanti”, “Il salto in alto”, “Il salto oltre” e “Il salto nel buio”, descrive le varie entità delle teorie narrative in relazione alla mistificazione della sostanza generatrice dei mutamenti naturali, oltrepassa il solco misterioso dei messaggi, il passaggio delle impronte terrene, il risultato celebrativo dell’arte svelata, rivelando il primordiale sentimento condiviso di ogni risposta. Il libro possiede la forza straordinaria della meraviglia, le pagine scorrono nel codice accessibile al lettore e confermano l’interesse perspicace verso una vera e propria affermazione della trasformazione culturale, intrecciano le emozioni nell’andamento dimostrativo dell’esperimento di sviluppo immaginativo. Silvia Ferrara documenta la permanenza di ogni insediamento iconografico, la consapevolezza del nostro passato, promuove lo slancio cosciente dell’osservazione, capta l’attenzione nella direzione esegetica della nostra storia, illustra la derivazione dell’opera umana conservando le vestigia di ogni esortazione istruttiva affinché sopravviva il desiderio di salvaguardare l’essenza percettiva delle nostre parole.
Rita Bompadre