Avrete di sicuro in mente la celebre pubblicità di quella marca di prodotti di cosmetica francese il cui slogan è una fra le due varianti “perché io valgo”/“perché tu vali”. Ormai fa parte del nostro immaginario collettivo e magari qualcuno di noi, lusingato dalle parole proferite dai bei modelli dello spot, si è realmente persuaso che quel particolare shampoo faccia al caso suo – perché lui sì che vale. Certo è che se tutti valiamo non vale più nessuno. E tuttavia, il grande successo commerciale del marchio è dovuto a questa geniale strategia di comunicazione. Com’è che nessuno prima d’ora si era soffermato sulle implicazioni filosofiche di questo fenomeno? È proprio questo ciò che deve fare un filosofo degno di questo nome: analizzare la realtà, trovare nel quotidiano gli elementi del nostro modo di affrontare la vita e come questi cambiano e ci cambiano. A colmare questa lacuna – o meglio a scriverci su un libro – è il filosofo britannico Simon Blackburn con Specchio delle mie brame. Pregi e difetti del narcisismo (oggi disponibile in italiano nella traduzione di Alberto Cristofori grazie a Carbonio editore), esasperato dai “perché tu vali” ripetuti senza sosta da media complici del parossismo narcisistico di quest’epoca. Oggi, Narciso, innamorato del suo riflesso, non si sarebbe affatto sentito solo: siamo tutti, chi più chi meno, innamorati del nostro riflesso immortalato sugli schermi degli smartphone. Ma mentre lui, consapevole che un riflesso non avrebbe mai potuto ricambiare il suo amore, si lasciò morire struggendosi, noi non perdiamo occasione per farci un nuovo selfie e mostrarlo agli altri al fine di gratificare il nostro ego manchevole – insomma, anche il narcisismo si è aggiornato.
Quello di Blackburn è dunque un saggio sul narcisismo, un libro pregevole per il rigoroso tentativo di riportare su carta un fenomeno così complesso senza cadere in semplificazioni e inappellabili condanne. Perché come ogni aspetto del nostro vivere quotidiano anche il narcisismo presenta, come recita il sottotitolo, “pregi e difetti”. Se da una parte “dobbiamo evitare un’eccessiva attenzione al sé, un’eccessiva coscienza di sé, ed eccessive richieste da parte del sé, ovvero l’egoismo, [dall’altra] dobbiamo anche ricordare che il senso di sé è qualcosa di prezioso”. “La nostra identità è la mappa che guida il nostro viaggio: anche per sapere dove siamo, per poterci orientare, è necessario sapere chi siamo”. Ma non solo, perché, lungi dal ripiegarsi su se stesso, il senso di sé “corrispond[e] al nostro senso degli altri e al loro senso di noi”: “scopriamo noi stessi solo nel mondo sociale”. In alcun modo avere coscienza di sé può voler dire allontanarsi dagli altri, tutto il contrario. Auspicabile, come in tutto, sarebbe un aristotelico equilibrio equidistante dagli eccessi dell’egoismo solipsistico e dello spossessamento di sé. Ma come ogni cosa saggia non è affatto facile… Soprattutto quando la possibilità di accedere a potenti mezzi capaci di (o costruiti per) ipertrofizzare l’ego è diventata un’azione banale e quotidiana.
A differenza della pubblicità, il filosofo non ha alcuno slogan da lanciare, “solo” coscienze da svegliare: vivere nell’era del narcisismo estremo (e delle sue nefaste conseguenze, soprattutto – come racconta bene Blackburn – in politica) non ci giustifica dalla pigrizia del pensare che così debbano necessariamente andare le cose. E ciò risulta chiaro in particolar modo grazie all’excursus storico che egli fa del concetto di narcisismo (e delle sue varianti e componenti) attraverso le idee di grandi filosofi del passato da Platone a Kant. Per cui, non è detto che il futuro non possa riservarci sorprese, magari anche grazie alla lettura di questo libro, il cui epilogo di pascaliana memoria recita:
“Non c’è bisogno di essere un uomo di ferro, e non c’è bisogno di vergognarsi del giusto orgoglio e della giusta considerazione di sé. E anche se pensate di cavalcare questo piccolo mondo come un colosso, siete una creazione della fortuna, non immune dal tempo e dal caso, che ogni giorno può essere sorpresa da una malattia o un incidente, del tutto dipendente dalla buona volontà degli altri”.
Stefano Scrima
Simon Blackburn, Specchio delle mie brame. Pregi e difetti del narcisismo, Carbonio editore, 2019