“Ronnie Banti ha perso la scommessa” di Simone Ghelli (Divergenze, 2022 pp. 80 € 14.00) è un libro molto originale che sostiene l’intento sensibile della percezione umana oltre il concetto di possibilità. L’autore influenza, attraverso il protagonista del suo racconto Ronnie Banti, l’intervento esistenziale del disincanto, sostiene il rapporto trasversale con la realtà, individua la natura del sentimento doloroso delle disillusioni. Simone Ghelli racconta il valore imprevisto della scommessa con la vita, l’effettiva probabilità della presa di coscienza, la variante ineluttabile del distacco, concentra nella sua avventura narrativa il disinganno di chi non riesce a vivere il presente, suggerisce la sentenza amabile delle esitazioni. Le vicissitudini di Ronnie Banti coniugano il ruolo delle incertezze e delle perplessità quotidiane con la direzione delle conseguenze nelle scelte individuali, inseguono l’eredità emotiva delle coincidenze nell’efficacia evocativa degli incontri e dei ricordi, racchiudono la considerazione del passato nella sospensione silenziosa della speranza e nel destino delle aspettative. Simone Ghelli sceglie di ambientare lungo la prospettiva dell’indagine introspettiva la spinta riflessiva tra lo strumento creativo della sua scrittura e le frange della profondità della nostalgia, accorda le contraddizioni umane tra l’esortazione vitale e la dimensione inesauribile dell’insoddisfazione. Descrive il significato essenziale dell’attesa, il senso generativo del tempo trascorso inevitabilmente tra il presentimento di ogni evento e il suo concretizzarsi. “Ronnie Banti ha perso la scommessa” elogia l’inesorabilità delle emozioni, scandisce la sequenza degli accadimenti negativi che fanno del protagonista un uomo educato all’innocenza della consapevolezza. Un uomo che desidera la volontà del riscatto ma, vincolato alla fragilità, consegna l’impotenza indifesa della sconfitta, indugia sull’inquietudine della rinuncia. Simone Ghelli scrive l’amarezza dei sentimenti delusi, illustra la materia dell’irrequietezza, raffigura l’interpretazione della componente malinconica nell’arte di assecondare e adottare il risultato espressivo di ogni azione, traduce l’inerzia con la mancata soglia del raggiungimento. Presenta l’anima di un personaggio solitario, alle prese con il futuro precario, con l’estenuazione delle decisioni, che pensa sempre di non scegliere nell’impresa straordinaria del vivere. Ronnie Banti afferma la fatalità delle brusche interruzioni dei comportamenti, impiega l’interrogativo complesso ed enigmatico dei pensieri, asseconda la vocazione a dare un senso al fluire delle intuizioni, all’istinto della comunicazione nella sfida e nella realizzazione delle proprie aspirazioni. Pervaso nell’immaginario degli ideali, abita la superficie dei tentennamenti tra testimonianze e congetture contrastanti, impresse nella confessione dello sgomento e del coraggio. Simone Ghelli non ha perso la scommessa con la letteratura e grazie alla sua opera attraversa un itinerario di analisi interiore, proietta un universo denso, lungo le metafore che decantano la rivincita delle parole, nell’atmosfera dilatata dei frammenti d’esistenza. Concede la gentilezza dell’esperienza, riceve, dalla memoria, la consegna della comprensione dell’essere.
Rita Bompadre