“Monogamia” di Sue Miller (Fazi Editore, 2022 pp. 382 € 18.50) è un romanzo impostato sulla celebrazione sentimentale del matrimonio dei protagonisti Annie e Graham, sulle aspirazioni e i sogni di entrambi, sul coraggio della sensibilità, sul significato della famiglia e sui desideri inconfessati. Sue Miller inoltra la sua osservazione emotiva con una introspettiva diffusione narrativa, rinnova l’inesauribile magia della memoria, raffigura l’equilibrio del tempo, solletica l’energia evocativa del legame coniugale, esorta l’affermazione dell’amore anche oltre la sua conclusiva assenza. Il libro riempie pagine con brillante lucidità, definisce il senso di appartenenza delicato e appassionante nell’interpretazione spontanea della felicità, nell’identificazione malinconica del dolore. I protagonisti Annie e Graham sono sposati da tanti anni e rappresentano una coppia esemplare, in virtù della loro dedizione affettiva, delle qualità complementari che indicano la natura del loro carattere: Graham, un libraio singolare, comunicativo, disponibile nelle ritualità conviviali, Annie, una fotografa timida e introversa, intimorita dal debutto di una sua nuova mostra, dopo tanto tempo. Intorno a loro la continuità affettiva dei figli, esponenti benevoli e premurosi di una famiglia contemporanea, allargata, complice nella comune partecipazione, nella condivisione degli avvenimenti della vita. La morte imprevista di Graham urta la coscienza dei familiari, feriti dalla conseguenza tragica, permette l’imprevedibile rivelazione della sua infedeltà, rintraccia l’itinerario turbato e sconfortante del suo tradimento nei confronti di Annie. Annie smarrita dall’inevitabile privazione della fiducia, sprofonda nella sua fragile perplessità, riflette sulla vera natura della sua relazione, fino a quel momento solidissima, affronta la capitolazione psichica degli inganni ricevuti, il riconoscimento della rivale, da lei conosciuta. “Monogamia” seduce con una scrittura intuitiva ed espressiva, esplora l’incognita segretezza delle relazioni amorose, mostra il nascondiglio dell’anima, spiega il capovolgimento delle sicurezze interiori, rincorre gli spettri del passato. Coglie l’intensità crepuscolare dei ricordi, contempla le sfaccettature commoventi e coinvolgenti dell’essere umano, associa all’ascolto del cuore la proiezione degli stati d’animo, lo svelamento spirituale della sensibilità. Sue Miller conferma la generosa e sapiente ispirazione dell’abisso negli sconfinati interrogativi esistenziali, incrocia saggiamente il cammino delle immagini di un mondo sconosciuto, nel contrasto infelice e disilluso della rabbia e dello sconforto. Eleva l’esperienza della ordinarietà nel sentiero quotidiano con la
raffinatezza sussurrata dell’umanità, nel viaggio intorno all’educazione della vita e al sollievo di ogni gesto espansivo.
Rita Bompadre
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Sembrava in un certo senso minacciosa, l’idea di poter perdere qualcosa che in un altro momento doveva essere apparso fondamentale per la comprensione del mondo circostante, per la propria percezione di sé al suo interno. Sembrava legata alla perdita di Graham e alla paura quasi quotidiana di perderlo ancora di più, nel ricordo: perdendone la memoria. Di perdere la sensazione chiara e netta della persona che era, di perdere la certezza del sentimento che provava per lui. Con la forza di volontà era possibile farla agire anche nel verso opposto, la memoria? Ci si poteva costringere a trattenere, così come ci si costringeva a perdere? Annie si ritrovò più e più volte a prendere in mano Vita di libreria, la sera, seduta sul divano, e a osservare a lungo le foto. Usandole per ricordare a se stessa ciò che aveva paura di perdere, ciò che forse già le stava scivolando via; e ascoltando a ripetizione la musica di Sofie, come fosse essa stessa ricordo.