“La narrativa è vagabonda.”
Questo è il manifesto che campeggia sulla pagina introduttiva del Super Tramps Club assieme all’imperativo di porsi come “una casa editrice, ma prima di tutto una casa”.
Scorrendo le foto e le pubblicazioni presenti sul sito, infatti, l’atmosfera è proprio quella che si potrebbe respirare mettendo piede all’interno di un club, un circolo di lettura o, semplicemente, il tavolino di un bar a cui sono sedute ragazze e ragazzi mossi dalla stessa passione: le storie.
Giovani, ingenue, genuine, ribelli, funky e un poco folli, le pubblicazioni di questa casa editrice (nata nel 2018 a Torino) spaziano dalle sillogi poetiche, ai racconti brevi (dal 2021 è disponibile anche Turchese, una rivista che unisce racconti e fotografie caratterizzate da una cura estetica di prim’ordine).
Oggi STC è lieta di annunciare la nascita di una nuova collana editoriale ATRIO, ne parliamo con Benedetta Marinelli, editor de “Il pop deve ancora venire”.
Stefano Bonazzi
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Buongiorno Benedetta e benvenuta, puoi dirci brevemente com’è nata l’idea alla base di questa proposta editoriale?
Ciao Stefano, grazie per ospitarci oggi su queste pagine che di solito leggiamo da fan!
Atrio è l’ingresso di una casa in cui siamo entrati fisicamente lo scorso dicembre. Dopo un anno di “relazione a distanza” in cui abbiamo portato avanti il progetto STC sparsi da tutta italia, in pieno spirito supertramp, abbiamo deciso di sistemarci, di mettere radici a Roma e trasformare finalmente in una casa editrice la nostra casa da fuorisede.
Atrio quindi rappresenta letteralmente l’ingresso in questa nuova fase della nostra vita e del nostro progetto, che descriverei proprio come quel momento in cui si torna a casa da un viaggio e si buttano giù le valigie e le giacche: si è ancora carichi dei chilometri percorsi ma già inebriati dell’odore del proprio posto nel mondo. Non a caso abbiamo iniziato proprio con Anna Chiara Bassan, autrice meravigliosa letteralmente di casa per noi perché è stata presente nel dietro le quinte del progetto sin dall’inizio. Il pop, si iscrive poi benissimo sulla nostra soglia perché è una raccolta di racconti (ciò che abbiamo pubblicato finora) tutti incastonati in quello che finisce per essere un vero e proprio romanzo (ciò che pubblicheremo!).
ATRIO – C’è tanto del mondo che rimane chiuso fuori di casa senza chiavi, come è capitato a noi il giorno in cui è nata la redazione. C’è tanto del mondo, soprattutto di quello editoriale, che è sempre in, sempre alla moda, sulla bocca di tuttɜ, che spinge vendite e numeri e classifiche, salvo essere dimenticato il mattino dopo, quando il party è finito e non rimane che da svuotare nel lavandino le birre avanzate. Ma c’è qualcosa, nel mondo, che resta fuori da schemi e algoritmi, ci sono dei libri indecisi, si vede, se restare a casa o venire e mettersi così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce, e voi ci fate: «Ma venite di là con noi, dai», e noi: «Andate, andate, vi raggiungiamo dopo». E restiamo qui, nell’atrio, sulla porta.
Questo è il testo presente in apertura del primo romanzo dato alle stampe, un intento piuttosto esplicito, puoi dirci qualcosa di più sui prossimi romanzi e sulla direzione che volete intraprendere con la collana ATRIO?
Come ha descritto molto bene il nostro Direttore Giulio Frangioni (sebbene odi essere chiamato direttore), Atrio vuole essere una collana dal carattere incoativo, di inizio, di ingresso: ci auguriamo che i libri che usciranno avranno sempre un aspetto di “prorompenza”. Crediamo poco alla mera novità/originalità che pare obbligatorio affibbiare ai libri così come crediamo poco all’asservire la letteratura alle tattiche di marketing sfegatato che vanno sui social (infatti siamo perennemente sul lastrico) però insomma, la direzione in cui vogliamo andare è quella di pubblicare storie belle, belle perché brutte, belle perché vere, belle perché folli, come i nostri lettori… e tutto il resto dell’umanità!
Il primo titolo della collana è il romanzo di Anna Chiara Bassan – Il pop deve ancora venire, ne parliamo con l’autrice.
Buongiorno Anna e benvenuta, Il pop deve ancora venire è composto di tredici racconti, episodi apparentemente disgiunti nel loro accadere in vite e in tempi diversi di altrettanti personaggi, sostanzialmente congiunti dall’essere collezione di predatorietà intraspecie, sobriamente normalizzate. Lo stesso personaggio, in episodi diversi, divora ed è divorato, “perdendo e riacquistando il centro dell’inquadratura”, pare ci sia un forte rimando all’universo cinematografico, puoi darci qualche coordinata in più sulla tua opera d’esordio?
Ciao Stefano! La domanda è così puntuale che mi mette in difficoltà! Confermo tutto: l’idea di fondo è quella di mostrare un gruppo limitato di persone, tra loro interconnesse, in momenti diversi della loro storia. I momenti inquadrati sono, per tutti i personaggi, una parentesi di crudeltà esercitata o subita. Una parentesi appunto perché, alla fine del giro, rimarranno tutti brave, bravissime persone. Si tratta forse di vedere da vicino la violenza normalizzata di cui ci è concesso l’esercizio, in quantità ovviamente diverse a seconda del privilegio di cui ognuno dispone, in virtù di una certa assoluzione sociale.
A cosa è dovuta la scelta di definire Il pop deve ancora venire un “romanzo a episodi” piuttosto che una raccolta di racconti o una serie di novelle?
La scelta non è direttamente mia, è emersa come proposta dal team della nostra redazione che ha lavorato all’editing. Proposta che ho accettato sia perché nasce dall’intento di prendere atto delle connessioni relazionali e ambientali tra i personaggi (stesse persone, stessi luoghi), sia perché mi fa piacere che a definire il mio lavoro non sia io.
“Il pop è, nella cultura di massa, quel sistema nel quale si riconoscono sempre le stesse strutture, gli stessi concetti. Per questo spesso, in certi ambienti, viene disprezzato”. Il tuo romanzo come si pone rispetto a quest’affermazione?
Il concetto di pop mi è molto caro in generale e precisamente per quanto citato nella domanda.
Volevo che nel romanzo il pop occupasse il più possibile la dimensione stilistica del testo attraverso appunto la ripetizione delle strutture macro e micro (eventi, personaggi, parole).
Il pop è trasversale, è sempre nel presente, riguarda tuttə, evade la nicchia, ma non necessariamente deve equivalere ad uno svuotamento di significatività e spessore. La corsa disperata all’eccezione, all’unicità oltre ad essere sostanzialmente fallimentare perché frenata dalla mera forza dei numeri, svaluta lo spessore delle esperienze umane comuni, comunitarie, condivise.
Un regista, una band e un autore che senti vicini alla tua poetica.
Troppə! Posso dire quelle che in questo momento, in questo giugno 2024, mi stanno dando di più? Alice Rohrwacher, Adele Altro, Hanya Yanagihara.
Sito ufficiale dell’editore — https://www.supertrampsclub.com/
Anna Chiara Bassan – Il pop deve ancora venire / Pagina del romanzo — https://www.supertrampsclub.com/prodotto/il-pop-deve-ancora-venire/