Quante vertigini leggendo Esercizi di Fiducia di Susan Choi. Come sono tremate le gambe, come mi son sentito scivolare all’indietro per tutto lo spaginare del romanzo. Quante volte l’autrice ha sussurrato al mio orecchio di lasciarmi andare, di avere fiducia in lei perché era pronta ad afferrarmi mentre cadevo, che dovevo tuffarmi ignorando il mondo come il mondo ignora tutti gli altri. E allora ho ascoltato, non potevo fare altrimenti, la voce graffiante e teatrale di Suan Choi lo esigeva, e allora ho ceduto al baratro alle mie spalle, mi sono lasciato corrompere da un volo di pochi metri letterari. Ho gridato nella caduta finché non sono stato messo in sicuro dalla potenza struggente di Esercizi di Fiducia, romanzo vincitore del National Book Award .
Anni 80, America, accademia d’arte drammatica che funge da ricettacolo per gli amori e le pulsioni sessuali degli studenti adolescenti. Professori carismatici e punti di vista alternati, imbroglioni e mistificatori, colpa di un’autrice eclettica e sperimentale che confonde il lettore fino a soggiogarlo a una rete di rimandi e storie che mutano in continuazione. Geniale il parallelismo tra l’esercizio di fiducia che si inscena nel corso di recitazione e l’esercizio di fiducia che il lettore deve compiere per leggere questo romanzo originale e pungente. Affilato.
Storie magnetiche che vengono sapientemente narrate da Susan Choi con uno stile denso ma mai claustrofobico dove i dialoghi sono oasi di respiro narrativo ma prometto che non sopraggiunge mai un’apnea perché come il teatro la storia è strutturata benissimo con i suoi ritmi rivelatori. I parallelismi non finiscono mai come la valenza metaforica dei protagonisti che recitano a lezione ma che non smettono di farlo fuori dalle loro aule, dei loro corsi, perché la vita è un perpetuo percorso di immedesimazione in altri. E come non potrebbe esserlo?
La prima parte del romanzo è corporea, erotica, carnale, il campo semantico della possessione fisica è ottenebrante e suadente, si assapora il caldo e la tensione febbricitante dei corpi che reclamano la loro parte del mondo come se l’orgasmo fosse una conferma della propria esistenza. Al romanzo di formazione si affianca il romanzo del perturbamento emotivo, della perdita delle certezze emotive e del caos relazionale e disfunzionale.
E se nel segmento narrativo appena descritto seguiamo le peripezie accademiche ed emotive di Sarah e David è nella seconda parte che il tono di Susan Choi si altera perché fa narrare un’altra versione della storia già descritta da Sarah a Karen che la distorce e la edulcora, o forse ci restituisce la realtà. Perché sì, con voce accusatoria e potente Karen deforma il passato rendendolo solo un ricordo e rimodella il presente. Karen gioca con la storia come un origami giapponese, lo disfa e lo ricrea, piega e contorce gli angoli degli eventi fino a denudare la verità. Susan Choi ci ha forse ingannato? Abbiamo la stessa storia, eppure completamente diversa.
Tutto ciò che stiamo leggendo è una grande illusione, un colpo di scena teatrale, una ricercata truffa dello storytelling e un variegata rappresentazione della decostruzione delle certezze volta a ripudiare l’assolutismo delle verità. Romanzo denso, opera mondo di una tragedia in tre atti. Esercizi di Fiducia sfida il lettore in un continuo atto dell’abbandono, a gettarsi tutto alle spalle e poi lasciarsi cadere verso un baratro affacciato sul palcoscenico.
Per concludere Susan Choi ha codificato un romanzo complesso e stratificato dove la realtà e la finzione coesistono e si respingono come i livelli interpretativi sono alienati e contrastanti come qualsiasi fruitore davanti a un’opera d’arte moderna. L’originalità di Esercizi di Fiducia consiste proprio questo, nel non avere un romanzo che spiega ma che invita alla totale indagine del materiale che ci è stato affidato. Tutto è un atto di fiducia.
Cristiano Saccoccia
Esercizi di Fiducia
Susan Choi
Edizioni Sur
18 euro