“Cronache dal disordine” di Teresa Cremisi (La Nave di Teseo, Collana I fari, 2023 pp. 256 € 20.00) nella traduzione italiana di Milena Zemira Ciccimarra, è un fondamentale e raffinato elogio al mondo culturale e al rapporto sociologico con la cronaca. L’autrice destreggia con una erudita scrittura una visione completa e dettagliata di un universo incoerente e sconnesso, possiede una straordinaria capacità intuitiva nell’affidare all’immediatezza dei brevi componimenti un orizzonte dialettico e significativo. Sollecita una sensibilità maieutica nell’arte di saper osservare l’instancabile svolgimento delle cronache umane, approfondisce la materia filosofica dell’esistenza attraverso l’ispirazione tangibile della sostanza delle riflessioni, codifica la testimonianza funesta e anche burlesca del caos, nella comprensione dei contrasti. “Cronache dal disordine” analizza il valore della conoscenza, il sapere come dottrina fondamentale nella pienezza semantica dei suoi contenuti, riconosce il patrimonio istruttivo delle parole, narra il punto prospettico dei coinvolgimenti in una società frammentaria ed esitante, rintraccia in ogni interrogativo il ruolo della lealtà e la volontà dell’audacia, conferma l’essenza dei libri come suggerimento indispensabile per avvicinare l’uomo all’incredibile consapevolezza della realtà, coglie lo spirito della sorprendente comicità ed evidenzia l’irrinunciabile riscatto nella spontanea e imprevedibile reazione del sarcasmo. Teresa Cremisi offre la sua personalissima e vivace interpretazione dei cambiamenti della società, intuisce l’istintivo e profondo schieramento dell’intelligenza, rivela l’avidità contemporanea nelle profetiche ansie di narcisismo, nel divorare un inquietante presenzialismo. Dal libro prende vita e ossessione il simulacro mediatico che distribuisce il destino dell’arte e della creatività dal confine del mondo antico di Erodoto e Tucidide, alla incantevole e ironica lettera aperta per Elon Musk, sviluppa l’eccentrico insegnamento di ogni missione narrativa dalla complessità oscura di Greta Thunberg, alla suggestione intransigente degli scrittori francesi, afferma l’incitamento benefico nei confronti di una atavica dannazione per i telefonini e le loro schiavitù terminologiche, estende la fatalità nella vita ai tempi del Covid e nella malinconia ineluttabile della solitudine, enfatizza l’espressione ideologica del politicamente corretto. L’atteggiamento sociale di Teresa Cremisi è una dimostrazione di un esperimento pragmatico in cui gli individui e le loro storie inseguono la loro identità in una confusione sregolata e ingarbugliata del pensiero e rifuggono il riflesso empatico dell’indulgenza. Teresa Cremisi pone la sua riflessione sul mondo con uno sguardo meticoloso, alimenta la pungente meraviglia della curiosità, indaga l’animo umano con il senso analitico della consapevolezza verso l’incomprensibilità assurda e dilagante del vagabondaggio esistenziale.
Gli scritti di Teresa Cremisi, selezionati per la versione italiana dalla rubrica settimanale del “Journal du Dimanche” inaugurano la consistenza della diversità, inseguono l’entusiasmo emozionante della coscienza, travolgono, nella sconfinata percezione del nostro disagio, il timore della memoria, abbracciano lo squilibrio e il fragore in cui sprofondiamo, scandiscono la traversata delle congiunzioni educative e si incrociano con l’imbarazzo della nostra inadeguatezza.
Rita Bompadre