“Il bistrò delle delizie” di Tuğba Doğan (Carbonio Editore, 2022 pp. 168 € 15.00) nella traduzione di Nicola Verderame, è un romanzo dalle tinte vivaci, immerso nei profumi della saggezza e nelle atmosfere poetiche della malinconia. Salih è un intellettuale in fuga, amareggiato e umiliato dal suo paese, licenziato dal giornale per cui lavora, sceglie di abbandonare la Turchia e partire per il Brasile. Salih disilluso dalla vita, ascolta, oltre la dimensione della realtà, l’esortazione costante della voce di uno gnomo, padrone nella sua testa, che rinsalda l’ostacolo quotidiano nella spiegazione dell’evoluzione psichica, sospende la vaghezza nelle scelte e rimanda le decisioni essenziali. L’autrice esamina la complessa tematica esistenziale del protagonista in conflitto con le proprie responsabilità. Il sogno di Salih, respinto e ingannato dalla comunità, simboleggia il dono dell’autodeterminazione, riconosce la potenzialità della virtù creativa, affermata senza pregiudizi. Rappresenta l’efficace e incantevole considerazione dell’anima, accresce il romanticismo dell’interiorità, dipinge elementi descrittivi contrastanti, accesi tra il rispetto del desiderio e il timore del fallimento. “Il bistrò delle delizie” è il suggestivo luogo dove si incrociano i sapori deliziosi della vita con le spiacevoli sensazioni dei personaggi, si fonde la struggente sintonia delle parole con l’adesione coraggiosa delle idee. Il libro è un racconto che unisce l’intenzione fiduciosa del destino alla sensibile e imprevedibile ragionevolezza nella decisione della fuga, ricompone la mancanza sofferta di un’identità, afferra la dignità delle aspirazioni, esorta a considerare l’importanza di trovare se stessi, l’orizzonte della nostra umanità. Tuğba Doğan percepisce il presentimento del vuoto emotivo e interpreta la consapevolezza dell’estraneità, accomuna l’inquietudine alla severa insicurezza dell’uomo, smarrisce la radice di congiunzione con il mondo. La narrazione accoglie frammenti tormentosi e appassionati di dolori e ricordi, la fragilità del confine dell’amore, la delicatezza della nostalgia, testimonia la sapienza della felicità, alterna i pensieri di Salih, le espressioni ironiche e taglienti dello gnomo, le lettere dell’amata Nihan, rispecchia l’arrendevolezza e la precarietà di un presente ancorato a un irrimediabile distacco. “Il bistrò delle delizie” ospita l’origine intima dell’amicizia, accoglie il contenuto della perplessità nella tristezza del futuro, riceve, nel solidale convivio, la partecipazione filosofica e intelligente dell’osservazione, il contatto affettivo, il sostegno della solidarietà. Tuğba Doğan custodisce la meraviglia della condivisione, la familiarità dell’antica confidenza di una sentenza che rinnova la fermezza della difficile questione: andarsene via o restare. Celebra il carattere eterno e inafferrabile del piacere, la fedeltà immediata del cuore, confessa il tremore di ogni sentimento, come in epigrafe: “Se il cuore potesse pensare, rinuncerebbe a battere” (Fernando Pessoa)
Rita Bompadre
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L’autrice Tuğba Doğan sarà ospite del Festival Cabudanne de sos poetas che si tiene a Seneghe (Oristano) dal 27 agosto al 4 settembre 2022. Mercoledì 31 agosto 2022, parlerà di “Il bistrò delle delizie” assieme al suo traduttore Nicola Verderame (dettagli in progress sul sito https://settembredeipoeti.it/)