Margaret Fuller, donna di grande talento e promesse, ebbe la sfortuna di nascere in Massachusetts nel 1810, in un momento e in un luogo in cui le caratteristiche di ciò che gli storici hanno definito “femminilità vera” stavano diventando sempre più rigidamente definiti. Le donne ben educate come lei dovevano essere colte, pie, sottomesse e signorili. Fuller, al contrario, era tenace e una libera pensatruce. Ed era anche una persona difficile. Arrogante, mai condiscendente, Fuller era (come lei sapeva fin troppo bene) la donna americana più istruita del suo tempo. Ralph Waldo Emerson le attribuiva “un senso arrogante del potere, e poca stima per gli altri”; Nathaniel Hawthorne la trovava “squisitamente irritante”, e Edgar Allan Poe la dipingeva come acida. Una nuova biografia “The Lives of Margaret Fuller” di John Matteson (Illustrato. 510 pp W. W. Norton & Company. 32,95 dollari) ce ne svela i vari aspetti.
(Mary Beth Norton, The New York Times, 25 gennaio 2012)