Da un quaderno di storia ci si aspetta che parli del passato, e invece la sessantottesima pubblicazione a cura dell’associazione Carlo Cattaneo scardina questa aspettativa perché punta dritto verso il futuro.
Come sarà il Ticino tra trent’anni? Di sicuro andrà incontro a profonde trasformazioni, come ha sottolineato il presi dente dell’associazione, Paolo Grandi, ieri mattina nella Sala del Consiglio co munale di Lugano. Anche perché ad interagire ci sono due piani: non solo quello locale, ma anche quello globale, che presenta sfide sempre più complesse (basti citare il problema energetico che ancora non ha trovato una soluzione definitiva). Il quaderno, con coraggio, affronta questi problemi e ha come pregio, a dire del professor Remigio Ratti, quello di riuscire a fornire un’immagine credibile e vivida di come sarà il nostro cantone fra trent’anni. Ratti, che ha contribuito alla pubblicazione con un saggio sulle vie di comunicazione, ha sottolineato che la realizzazione di AlpTransit e i collegamenti veloci fra Milano e Malpensa non potranno non mutare il territorio, soprattutto se si considera che il nostro cantone, ma in generale la Confederazione, trae la sua linfa vitale dalla gestione degli itinerari che collegavano il Nord e il Sud dell’Europa. Il Ticino non si sta tuttavia sviluppando unicamente in questo senso: negli ultimi anni passi da gigante sono stati fatti anche nella ricerca di tipo universitario, convogliando una serie di energie e stimoli nuovi che già guardano al futuro, lasciando presa gire scenari interessanti anche dal punto di vista occupazionale. Le aree tematiche trattate sono sei: la sfida demografica; la sfida energetica; le trasformazioni urbanistiche; il Ticino economico tra nord e sud; la formazione, la ricerca e l’innovazione; la politica e la società del futuro. Inoltre nelle duecento e passa pagine si affrontano problemi di tipo sociologico come il ruolo degli anziani nella società o la fragilità dei giovani oggi, si discute del nuovo piano energetico cantonale, si prendono in esame le possibilità concrete offerte dal contesto socio-politico per l’imprenditoria ticinese dei prossimi decenni.
I contributi sono tutti firmati da vali di studiosi ed esperti – tra questi, oltre a Ratti, Carlo Marazza,Giovanni Bernasconi, Dania Poretti Suckow, Oscar Mazzoleni, Iwan Rickenbacher, Mauro Dell’Ambrogio, Giovanni Barone Adesi, Marco Baggiolini, Rico Maggi, Pietro Martinoli, Enrico Sassi – che hanno mantenuto un taglio divulgativo, in modo che i loro interventi siano accessibili a tutti.
(Laura Di Corcia – Corriere del Ticino – Pag. 33 – 18/1/2012)