I copy editor sono un ingranaggio essenziale dell’editoria, e un mondo senza di loro sarebbe un mondo poco curato, con libri prolissi e costellati di virgole ridondanti, ripetizioni inutili, punti e virgola fuori posto; participi pendenti, ripetizioni inutili e imprecisioni fattuali. Nonostante ciò, il loro rapporto con l’autore può essere talvolta teso. In quel giorno del 1988, dopo aver ricevuto il suo manoscritto da un copy editor apparentemente troppo zelante, lo scrittore premio Nobel V. S. Naipaul inviò una lettera arrabbiata al suo editor presso Knopf, Sonny Mehta.
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10 maggio 1988
Caro Sonny,
ieri è arrivato il testo revisionato di A Turn in the South; è un lavoro così spaventoso che sento di doverlo scrivere. Questo tipo di copy-editing ostacola la lettura creativa. Passo così tanto tempo a restaurare il testo che ho scritto (e che di conseguenza conosco piuttosto bene). Pensavo che in ufficio si sapesse che dopo 34 anni e 20 libri sapevo certe cose sulla scrittura e non volevo l’aiuto di un copy-editor per quanto riguarda la punteggiatura o quella cosa chiamata ripetizione; e certamente non volevo aiuto per aggirare la ripetizione. È assolutamente assurdo che qualcuno mi faccia notare le ripetizioni nell’uso di “e” o “come” o “che” o “lei”. Non volevo che qualcuno mi disfacesse i punti e virgola, con tutti i loro diversi modi di collegare.
Si dà il caso che l’inglese – la storia della lingua – sia stata la mia materia di studio a Oxford. Si dà il caso che io sappia molto bene che queste cosiddette “regole” non hanno nulla a che fare con la lingua e sono in realtà regole sull’uso del francese. La gloria dell’inglese è che non ha queste regole: è una lingua fatta dalle persone che la scrivono. Il mio nome è sul mio libro. Sono responsabile del modo in cui le parole sono messe insieme. È uno dei motivi per cui sono diventato uno scrittore.
Ogni scrittore ha la sua voce. (Ogni scrittore serio o impegnato). Questo si ottiene attraverso il modo in cui si punteggia, il ritmo delle frasi, il modo in cui la scrittura riflette i processi del pensiero dello scrittore: tutto il nervosismo, tutti i collegamenti, tutte le associazioni curiose. Un copy-editor pignolo può annullare tutto questo molto rapidamente, può far sì che A scriva come B e la signorina C.
E che spreco di spirito è per lo scrittore, che in effetti rifà continuamente pezzi del suo manoscritto invece di dargli una lettura veramente creativa e di revisione. Considerate che mi ha spinto a sedermi stamattina, non per lavorare, ma per scrivere questa lettera infuriata.
Il tuo
Vidia