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#VADAABORDOCAZZO.

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Le esigenze della civiltà contemporanea hanno generato un’altra forma molto specifica di letteratura che viene chiamata giornalismo. […] Per sfortuna di noi tutti questo genere di letteratura, che invade ogni anno di più la vita quotidiana degli uomini, fa subire alla loro intelligenza, già molto indebolita, un indebolimento ancora peggiore consegnandola inerme a ogni genere di inganni e di errori; essa li mette fuori strada a ogni passo, li distoglie da qualsiasi modo di pensare più o meno fondato e invece di un giudizio sano, stimola e fissa in loro alcune tendenze indegne quali: incredulità, ribellione, paura, falso pudore, dissimulazione, orgoglio, e così via. (Georges I. Gurdjieff, “Incontri con uomini straordinari”)
Ci eravamo ormai abituati a convivere con le contraddittorie facce della Rete e i suoi controversi rapporti con l’informazione. Ma, dopo la pubblicazione delle telefonate intercorse fra il comandante della Costa Concordia e l’ufficiale della Capitaneria di Porto di Livorno, lo tsunami di isteria collettiva che l’ha inondata ripropone la questione. Ancora una volta il corto circuito tra quel che rimane dell’informazione – incagliata, come la nave in questione, all’intrattenimento come supporto dello scaffale pubblicitario – e il Web, ci ha mostrato con quale facilità quest’ultimo possa trasformarsi in un’idrovora fecale. Sia chiaro. Web è bello. Ironia, gioco, conoscenza, nuove finestre sul mondo e, se funziona come certi reality – che, ingabbiando qualche demente, impedisce a lui, ma non agli emuli, di fare dei danni – tanto meglio. Ma il punto è che, mentre l’imponente attacco di colite sentimentale svuota le viscere di molti attraverso la dissenteria ininterrotta di cinguettii su Twitter, dove anche chi non ha mai preso un pedalò si professa lupo di mare, nessuno più (si) pone alcune domande fondamentali. Cosa ci faceva la nave così vicino all’Isola del Giglio? E’ vero che i cosiddetti “inchini” sono tollerati? Il comandante di una nave di quella portata può cambiare rotta senza dover avvisare le autorità? E queste ultime con quali strumenti controllano la navigazione? Si è parlato del magico sistema AIS (Automatic Identification System): era in funzione, non lo era, doveva esserlo, avrebbe potuto rilevare la manovra sconsiderata e evitare il naufragio con un preventivo #dovecazzostaandando prima del famoso #vadaabordocazzo? Sta a vedere che anche stavolta non ci sono né mostri, né eroi, come a qualcuno piace (farci) credere, per distogliere l’attenzione da quello che conta. Ma uomini, funzioni e poteri, ognuno con la sua intricata quota di correttezza, interessi e gravi responsabilità.
Giampaolo Spinato

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