Sei una abilissima showrunner e una affermata sceneggiatrice nonché apprezzata romanziera: quanto di reale usi per le tue storie sullo schermo, quanta (ulteriore) finzione vorresti riporre nei tuoi romanzi su carta?
Non ho una predilezione per il reale come fonte di ispirazione, a volte può succedere che leggere una notizia di cronaca faccia scatenare delle sinapsi ma a volte capita anche che un film, un libro, una canzone, un fumetto o altro scateni la scintilla creativa. Non ho una ricetta fissa, sicuramente tutto passa per i miei livelli emotivi. Molto spesso mi pare di pescare dai ricordi della mia infanzia, ma non eventi quanto piuttosto sensazioni ed emozioni. Credo che quella purezza e semplicità ancora lavori dentro di me e voglia in qualche modo emergere.
Ammesso che esista – concretamente – una definizione utile di talento, come fai a riconoscerlo nei nuovi autori di storie di cui potresti aver bisogno per una storia filmica che hai in mente?
È molto complesso riconoscere un talento. A volte si prendono abbagli sugli altri come su se stessi. Mi sono domandata spesso quale fosse il mio talento e, dopo tanti anni di lavoro e di esperienze, penso che non possa esserci una risposta precisa. Saper scrivere i dialoghi, saper strutturare la storia e creare personaggi memorabili da soli non bastano. Serve una forte empatia e una dose di sincerità innata. Mi spiace constatare che qui da noi molto spesso il talento è oscurato, messo all’angolo e si preferisce “puntare” sulle persone che vanno alle cene giuste, che non creano ostacoli a un sistema che ormai fa acqua da tutte le parti. Ma alla lunga, se si ha la tenacia di resistere, il talento emerge.
Quali sono i tre sceneggiatori di riferimento, tra i grandi maestri che hai seguito negli anni della tua formazione, da cui non vorresti mai separarti? Quali i tre romanzieri classici, che hai letto fin da giovane, da cui trai ispirazione?
I miei riferimenti sono cambiati nel tempo soprattutto nel campo della sceneggiatura. Negli anni della mia formazione ho amato molto i film di Woody Allen, di Sergio Leone, di Kathryn Bigelow. Ognuno di questi autori ha lavorato sulla scrittura e sulla narrazione in modo diverso e in qualche modo mi hanno influenzato. Poi, man mano che ho approfondito il mestiere della scrittura, ho identificato in alcuni autori dei maestri da seguire. Mi riferisco a Ann Biderman (Ray Donovan, Copycat), Vince Gilligan (Breaking Bad), M. Night Shyamalan e poi anche molti italiani degli anni d’oro come Rodolfo Sonego, Piero De Bernardi & Leo Benvenuti, Suso Cecchi D’Amico, ecc…
Per quanto riguarda i romanzieri assegno solo il primo posto perché in tanti anni di carriera lo ha sempre detenuto con grande distacco dagli altri: Stephen King.
Li leggi i fumetti? Se sì, ti andrebbe di raccontarci quali sono i tuoi autori preferiti di questo medium narrativo?
Ne leggo moltissimi sia americani che giapponesi che italiani e francesi. Non ho un autore preferito, sono letteralmente onnivora ma quando una storia mi cattura non la mollo. Ultimamente ho letto con passione il manga “La nave di Teseo” e “4 ragazzini entrano in una banca”, oltre che il nuovo Dylan Dog di cui sono appassionata da sempre.
Ogni sceneggiatore immagina uno spettatore ideale. O forse no. Per te esiste? Se sì, il tuo spettatore ideale come è fatto?
Me lo immagino che si emoziona e spero che quando vede le mie storie non abbia il telefonino fra le mani!
Come organizzi il tempo quotidiano dedicato allo studio ( e alla riscrittura) delle tue storie?
Le mie ore più produttive sono quelle della mattina, in cui scrivo o faccio riunioni di brain storming. Nel pomeriggio di solito sono già fusa e mi metto a leggere o, se riesco, a vedere qualche cosa in tv.
Quale tipo di storia non scriveresti mai, né per un libro né per una serie tv?
Non ho preclusioni verso nessun genere. L’importante è che io sia connessa in modo viscerale con la storia, che non ci sia altro che la mia volontà di narrare una storia.
Ti andrebbe di raccontare ai lettori di Satisfiction i progetti narrativi (film, serie tv, libri) a cui stai lavorando in vista del prossimo autunno?
Ho aperto una mia società di produzione e sto lavorando su molti progetti, alcuni già in fase di sviluppo, altri ancora embrionali ma molto definiti nella mia testa. Purtroppo non posso ancora annunciarli ma posso dire che sono molti e che variano sui generi, dall’horror al thriller al melò sentimentale. Insomma se mi danno spago ce n’è per tutti i gusti!
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Barbara Petronio è una sceneggiatrice e showrunner italiana, vincitrice del David di Donatello per la migliore sceneggiatura originale, nel 2017, per Indivisibili. Il suo primo romanzo, il thriller Neve Rossa è uscito ad aprile 2022 per HarperCollins editore.