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Vittorio Lingiardi. Corpo, umano

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Il corpo è ciò che ci appartiene dal primo istante, rimane con noi nonostante tutto, ed è l’ultima cosa che abbandoniamo. Il corpo, che erroneamente viene contrapposto alla mente, è un compagno costante della nostra esistenza: ce lo ritroviamo allo specchio quando la mattina ci prepariamo per uscire; lo tocchiamo, lo riscaldiamo, lo copriamo, lo curiamo, lo disegniamo. Ciò che però sarebbe interessante chiedersi è se lo conosciamo veramente.

Dopo aver letto il libro Corpo, umano di Vittorio Lingiardi (Einaudi, 2024, 296 pagine, 19 euro) di certo posso dire di non aver mai guardato al mio corpo in una maniera così poetica ed intensa.

L’autore, uno psichiatra e psicanalista, analizza il corpo pezzo dopo pezzo (occhi, polmoni, cuore, naso, etc.) mostrandoci una descrizione dello stesso attraverso punti di vista inusuali. L’autore ci offre uno sguardo nuovo con cui guardare al corpo; uno sguardo che si poggia su ambiti diversi che di solito non vengono associati ma che, in questo caso, l’autore lega in maniera organica.

Il risultato è poesia: un corpo che sembra fluttuare tra note, immagini, colori, bellezza.

L’autore per anni ha osservato il corpo, si è fatto delle domande, si è approcciato ad esso con curiosità, scoprendo sfumature, contorni, collegamenti che gli hanno dato la possibilità di mostrarcelo attraverso diverse sfaccettature.

Il corpo diviene elemento centrale della nostra esistenza, da cui nascono le relazioni più importanti; è tutt’uno con la mente ed è il primo strumento che abbiamo per approcciarci al mondo che ci circonda. Il corpo è ciò con cui si guarda il mondo. È nel contatto “pelle a pelle” che vengono formate le prime rappresentazioni mentali. Corpo e mente si guardano, si riconoscono, comunicano, divengono la stessa cosa.

L’originalità dello sguardo del Dottor Lingiardi ci dona la bellezza di immagini e parole prese in prestito dall’arte e dalla letteratura.

Per parlare di corpo non utilizza solo la medicina, la scienza, la psicanalisi, ma pittura, poesia, brani di libri, sculture, cinema e tutto ciò che, secondo l’immaginario comune, non c’entra nulla con il corpo e il suo funzionamento. Il linguaggio è semplice e diretto, pieno di riferimenti artistici e culturali, aneddoti personali, immagini che aiutano il lettore a vedere meglio ciò che di solito lo sguardo esclude.

L’autore parla di accudimento, di braccia che stringono, di corpo che si fa protezione e che costruisce un’identità. Il corpo è il mezzo utilizzato da chi accudisce per trasmettere la propria storia: i gesti di chi ci ha cresciuto divengono identificazioni così forti che ci ritroviamo a replicarli nella nostra vita da adulti. Il corpo di chi ci è stato vicino in qualche modo ci rimane addosso e diviene parte della nostra storia. Il corpo diventa casa, ricordo, porto sicuro ma anche prigione quando subiamo un trauma.

Le persone traumatizzate si sentono in pericolo dentro il loro corpo: il passato vive in forma di tormento interiore”.

Attraverso il nostro corpo, che si relaziona ad altri corpi, andremo incontro alla salvezza o alla condanna, dipende dall’esperienza che facciamo attraverso di esso. È nella relazione che diveniamo.

L’autore ci ridona un corpo pieno, un corpo che non è solo fisicità, che non è solo il luogo in cui abitano patologie. L’autore ci da la possibilità di pensare al nostro corpo in maniera diversa: lo amplia, lo approfondisce, ce lo presenta come si presenta qualcuno di importante che è necessario conoscere. Conoscere il corpo diviene essenziale.

(…) ciò che vi è di più profondo nell’uomo è la pelle (…). Per quanto scaviamo (…) siamo sempre ectoderma.”

Nell’utero percepiamo ciò che ci circonda attraverso la pelle, è la prima cosa che usiamo per sentire nel profondo ciò che ci accade, ciò che siamo.

Il modo con cui siamo stati accarezzati ce lo portiamo dentro per sempre. È una memoria profonda che accompagna tutti i nostri passi. Il corpo accoglie quella carezza o ne sente la mancanza, lì dove non vi fosse stata.

Dobbiamo molto al nostro corpo.

Il corpo soffre o gioisce. Il corpo è strumento.

Il corpo è domanda. È risposta. È poesia.

E’ nel corpo che ritroviamo l’intera umanità.

Nancy Citro

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Vittorio Lingiardi, Corpo, umano, La nave di Teseo, 296 pagine, 19 euro

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