Per quanto improbabile sembri, il Maggiolino Volkswagen è una delle icone più persistenti delle ambizioni imperiali. Una macchina accessibile alle masse – una Volkswagen, o “vettura del popolo” – fu l’idea forse meno pazza di Hitler, di sicuro quella di più lunga durata. Ma, naturalmente, il Maggiolino vanta un’altra eredità, quella del veicolo che segnò gli anni sessanta. La distanza cronologica e filosofica tra le due anima ereditate dall’auto è il soggetto dell’interessante libro di Andrea Hiott “Thinking Small: The Long, Strange Trip of the Volkswagen Beetle”. Il libro cerca di scoprire come questa vettura modesta divenne un simbolo di due idee utopiche antitetiche, una animata da odio razziale, l’altra da amore incondizionato.
(Michael Washburn, The San Francisco Chronicle)